Nel parlare alle in-house regionali pubbliche “in corsa” con un cloud federato per costituire una “terza gamba” del Polo Strategico Nazionale (PSN), Roberto Baldoni ha voluto delineare, con i numeri, l’attuale panorama globale con cui confrontarsi e “fare rete per mitigare i rischi per l’Italia e per ridurre gli incidenti cibernetici, i grandi attacchi provengono da attori statuali”.
“Mi ci ritrovo nei dati, recentemente, stimati da Microsoft: 1.300 sono i tentativi di cyber attacchi al secondo nel mondo, pari a 110 milioni al giorno, 3 milioni dei quali in Italia, sulla base del Pil”, ha detto il direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. La cifra diffusa da Baldoni per quanto riguarda i cyber attacchi all’Italia è una sua rielaborazione del report di Microsoft su scala mondiale, pubblicato giorni fa su un giornale francese.
“Gli attacchi cibernetici aumenteranno nella complessità e nel numero”, ha aggiunto il capo dell’ACN nel corso del convegno da Assinter dal titolo “Le in-house ICT pubbliche patrimonio tecnologico del Paese e protagoniste dell’innovazione della PA. Per un digital made in Italy”, presso il Senato della Repubblica.
“E per rispondere a quest’alto numero di attacchi informatici”, ha continuato, “occorre fare rete anche con le Regioni, con le quali abbiamo inteloquito dai primi giorni dell’ACN, nei seguenti modi:
- innalzare le capacità cibernetiche delle Regioni.
- Investire i fondi. Peccato che l’incidente alla Regione Lazio sia avvenuto dopo lo stanziamento dei 623 milioni del PNRR”, ha confessato, candidamente, Baldoni, perché quello è stato il momento in cui l’Italia ha capito l’importanza della sicurezza informatica e della resilienza cibernetica. “Fortunatamente, questo governo ha aggiunto due fondi dedicati con la legge di Bilancio che saranno usati per rafforzare i sistemi digitali anche delle Regioni”.
- “Abbiamo bisogno di esperti, ne abbiamo pochi: molti vanno all’estero. Per questo motivo abbiamo firmato l’accordo con 5 Regioni (Umbria, Lombardia, Puglia, Emilia Romagna, Liguria) per avviare percorsi post-diplomi di 2 anni utili a fornire competenze alle PA locale e alle PMI territoriali. Invito le restante Regioni a unirsi”.
Baldoni (ACN): “Modello federato? Va benissimo. Vogliamo finanziare la nascita di tecnologie nazionali anche con le più sviluppate in-house pubbliche“
L’idea del Sottosegretario Butti di dar vita, per il Polo Strategico Nazionale, a un modello federato con le migliori in-house pubbliche, PMI e Università trova sostegno nel direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN).
“Modello federato? Va benissimo. Ma dobbiamo cercare di capire come e dove realmente possiamo aiutare il Paese”, ha detto Roberto Baldoni, nel corso dello stesso convegno.
“È fondamentale mantenere il patrimonio italiano delle competenze e dobbiamo immaginare la scalabilità del cloud in futuro anche con le in-house regionali”, ha spiegato il capo dell’ACN.
“La seconda missione dell’ACN”, ha aggiunto Baldoni, “è sviluppare tecnologie nazionali attraverso partnership pubblico-privato. E vogliamo farlo anche con le più sviluppate in-house per realizzare tecnologie made in Italy, che possiamo finanziare come Agenzia cyber nazionale”. Infatti, di recente, l’ACN ha pubblicato il piano per sostenere le tecnologie cyber italiane ed è previsto anche la realizzazione del Cyber Innovation Network in cui dar vita a start-up in grado di valorizzare la data science, la robotica, la blockchain, l’intelligenza artificiale, l’Internet of things, la computazione quantistica e la crittografia.