La cybersecurity è un inciampo al PNRR? E quando si pensa alla cybersicurezza delle colonnine di ricarica per l’e-Mobility?

1 year ago 451
La motivazione, assurda, del Governo, per bocca del Sottosegretario al MEF, Sandra Savino di non inserire una ‘quota cyber’ nel PNRR quando si acquistano elementi digitali, perché “pregiudica la realizzazione del Piano”. Con il PNRR aumenta la superficie d’attacco dell’Italia. L’esecutivo n’è consapevole?

Nei convegni dedicati alla cybersecurity, politici, parlamentari ed esponenti di Governo “spendono belle parole” sulla necessità di investire sempre di più per rafforzare la “cyber-resilienza” dell’Italia, ma poi nei momenti cruciali, in cui occorre mettere nero su bianco questa volontà, si scopre, a sorpresa, che la cybersecurity è un inciampo alla realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Sì, può sembrare assurdo quanto scritto e letto da voi, ma è questo il senso del “NO” del Governo, per bocca del Sottosegretario al MEF, Sandra Savino, all’Ordine del giorno del deputato Pino Bicchielli di Noi Moderati, di inserire una “quota cyber” per ogni acquisto di software e hardware con i fondi del PNRR.

Interessante è la motivazione, data dal Governo durante la valutazione del testo presentato dall’On. Bicchielli.

La richiesta di “smorzare” l’impegno al Governo è fatta “al fine di evitare di pregiudicare la realizzazione degli interventi del PNRR…”, ha usato proprio queste parole la Sottosegretaria Savino, come si può ascoltare dal video.

Praticamente per il Governo, inserire una quota cyber per ogni bando, metterebbe a rischio la realizzazione degli interventi del PNRR!?

Si sa che gli Ordini del giorno, che valgono quel che valgono, sono però importanti per comprendere il pensiero del Governo.

E in questo caso il Governo si è espresso negativamente sull’impegno politico a destinare una quota fissa dei bandi PNRR alla cybersecurity quando si acquistano elementi digitali, ed ha chiesto una riformulazione con la consueta formula “impegna a valutare di…”.

 Ma il Governo è consapevole che con il PNRR aumenta la superficie d’attacco dell’Italia?

Allora come realizzare i tanti progetti del PNRR e PNC di smart cities, sulle infrastrutture di ricarica di auto elettriche, sulla digitalizzazione delle reti idriche, sulla digitalizzazione dei porti se non si pensa, by default, e con una quota ad hoc, alla loro sicurezza cibernetica?

Solo per fare un esempio sulle infrastrutture di ricarica di auto elettriche, ecco uno e due bandi per 15mila colonnine di ricarica. Nessun riferimento alle misure da implementare per la loro cybersicurezza. 

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