“Abbiamo avviato una nuova direzione (Direzione centrale per la Polizia scientifica e sicurezza cibernetica, n.d.r.) per essere al passo con le nuove minacce cyber, a cui diamo risposte concrete con l’esserci sempre insieme all’Agenzia per la cybersicurezza Nazionale, all’Intelligence, alla Magistratura e alle imprese”. È questo uno dei passaggi chiave sia dell’intervento sia della videointervista a Lamberto Giannini, capo della Polizia di Stato, intervenuto, ieri 11 maggio, all’evento di celebrazione dei 25 anni di storia della Polizia Postale.
La Polizia Postale ha festeggiato 25 anni di lotta al cybercrime. 25 anni in Rete.
Giannini, ha ricordato, che “la Polizia Postale è nata con le prime email. Da 25 anni è al fianco delle persone anche in Rete, che non è una realtà virtuale: è la realtà con effetti reali sulle persone, a partire dai bambini”.
Il Servizio polizia postale nacque con il decreto istitutivo del primo marzo 1998, e tra i principali compiti aveva quelli di tutelare i servizi postali e delle telecomunicazioni, reprimere i reati contro l’inviolabilità della corrispondenza, vigilare gli uffici postali, garantire servizi di scorta per le operazioni di trasporto di valori, tutelare il diritto d’autore e delle radiofrequenze, attività basate sulla carta e sulla corrispondenza.
Al panel è intervenuta anche Elisabetta Belloni, direttore DIS, mettendo in evidenza “la totale assenza normativa internazionale condivisa per identificare gli attaccanti cyber”.
Anche per Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo: “Sulla lotta al cybercrime vi è una inadeguatezza del sistema normativo. Il cybercrime non è separabile dalle altre reti di criminali”.
Infine, Bruno Frattasi, DG Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, ha sottolineato che “Attraverso la realizzazione della nostra strategia cyber stiamo cercando di proteggere meglio la superficie digitale del nostro Paese. Occorrono più investimenti per rafforzare la cyber-resilienza: l’ASL dell’Aquila è stata attaccata, perché non aveva una protezione adeguata. Bisogna fare rete con le Università, Ricerca e Pa per aumentare la postura cyber dell’Italia”.