Recensione EPOMAKER TH66: la tastiera meccanica sorella minore della TH80

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Recensione EPOMAKER TH66

Torniamo a parlare di tastiere meccaniche di casa EPOMAKER. Si tratta anche stavolta di una new entry sbarcata da poco sullo store ufficiale EPOMAKER e, di recente, anche su Amazon Italia. Si chiama EPOMAKER Theory TH66 ed è a tutti gli effetti la sorella minore della TH80 che abbiamo recensito qualche settimana fa qui sulle pagine di SmartWorld. Per certi versi non c'è molto di diverso da dire e anzi, se avete già letto la nostra recensione dell'altro modello troverete molti punti in comune fra i due articoli. Se capitete qui per la prima volta, vi raccontiamo di seguito perché una tastiera meccanica del genere dovrebbe stuzzicare il vostro interesse!

La confezione della TH66 di EPOMAKER, caratterizzata da un colore rosso vintage che lascia presagire il contenuto, comprende, oltre alla tastiera, anche un cavo USB-C ricoperto in tessuto, uno strumento unico per la rimozione di keycap e switch e un sacchettino con keycap sostitutivi caratterizzati da simboli particolari. Nella stessa busta troviamo anche il dongle USB per usare la tastiera in modalità Wi-Fi. Purtroppo non c'è un incavo per riporlo come nella TH80. Nella nostra confezione c'era anche una bustina con alcuni switch Gateron Black Pro aggiuntivi.

La EPOMAKER TH66 è una tastiera meccanica hot-swappable NKRO formato 65% composta da 66 tasti. È priva di tastierino numerico, e sono assenti anche i tasti funzione (F1-F12) e altri pulsanti che solitamente troviamo sopra le frecce direzionali. A differenza però della maggior parte delle tastiere 65%, la TH66 ha la frecce direzionali e i tasti PGUP e PGDN. Quest'ultimo tra l'altro in combinazione con FN funge da tasto Canc. Se state puntando il modello bianco (quello di cui vi stiamo parlando) ma siete frenati per via dell'assenza del tastierino numerico, potete sempre abbinarci un tastierino meccanico EPOMAKER TH21! Troviamo a bordo anche una manopola programmabile di uno spiccato color rosso lucido. È realizzata in alluminio, e alla rotazione si sente chiaramente un classico feedback a scalino che permette regolazioni precise. È anche premibile, oltre a essere removibile ed eventualmente sostituibile. Come per le altre tastiere EPOMAKER e AKKO di cui vi abbiamo parlato, il particolare layout richiede un po' di abitudine, visto appunto il posizionamento diverso dal solito di alcuni tasti. Il layout è ANSI con tasti UK/USA, diverso quindi dal nostro (ISO), e anche per questo non adatto a tutti. Il  tasto invio è più piccolo, e la u accentata, se si utilizza il layout ITA sul sistema operativo in utilizzo, è il tasto lungo posto subito sopra invio.

I keycap sono realizzati in PBT (polibutilentereftalato) dye-sub, tra i più resistenti, sia per solidità che per qualità della stampa, che potete trovare in commercio. Sono diversi dai double-shot, forse un pelo peggio; se masticate l'inglese qui trovate una valida spiegazione. Non sono shine-through (come in buona parte dei modelli AKKO e EPOMAKER). Il colore delle lettere è nero su sfondo bianco sporco, a voler appunto simulare un look retro tipico di tastiere e PC di decine di anni fa. Ci sono anche tasti giallo e grigio chiaro, che non solo danno un tocco di colore ma permettono a colpo d'occhio di distinguere le zone della tastiera. Nulla comunque vieta di cambiarli, ma vista la natura particolare della tastiera hanno, almeno secondo la nostra opinione, il loro perché. Il profilo dei tasti è MDA. Non lo avete mai sentito nominare? Molto probabile: si tratta di un profilo simile all'SA (Spherical All, con parte superiore particolarmente concava) ma più ribassato. Questo perché la particolare struttura della tastiera e la sua inclinazione fanno sì che tasti del genere, dal profilo appunto più ribassato, siano tra le scelte più logiche e comode da fare. In ogni caso potete osservare il profilo MDA nella seguente immagine.

Gli switch del modello che abbiamo recensito sono i Gateron G Black Pro. Si tratta di switch meccanici a 3 pin di tipo lineare, dotati di una forza di attuazione di 60 ± 15 gf, di una distanza di attuazione di 2 ± 0,6 mm e di una corsa totale di 4,0 ± 0,6 mm. A differenza degli switch rossi lineari hanno quindi una forza di attuazione maggiore e un suono forse addirittura più attenuato. La differenza tra i Gateron e i Gateron G Pro è da ricercarsi in vari piccoli dettagli: nella linea Pro gli steli sono in POM (Poliossimetilene), il case in policarbonato e ognuno arrivo pre-lubrificato. Sono garantiti per qualcosa come 50/60 milioni di battute. Sono, come gli switch rossi lineari, la giusta via di mezzo per chi usa la tastiera sia in ambito gaming che lavorativo/studio. Oppongono un po' più resistenza, e qualcuno li troverà più soddisfacenti proprio per questo. Noi li abbiamo adorati, e sinceramente non ce lo aspettavamo. Già i Gateron Pro Brown erano più che discreti, ma questi Black lineari, in combinazione con la solidissima struttura della tastiera, hanno un feedback sia a livello di tocco che di rumore a dir poco fantastico. In fase di acquisto potete anche decidere di acquistarla con switch diversi: blu, rosso, giallo o marrone sono quelli disponibili su Amazon Italia. Intanto ecco una clip audio della TH66 con switch neri Gateron Pro in fase di digitazione.

Più che discreti gli stabilizzatori, forse addirittura migliori di quelli in dotazione alla TH80. Sono fissati alla scocca e non traballano (o comunque traballano molto meno di altri), e risultano anche già  lubrificati. Inoltre la barra spaziatrice presenta degli inserti in gomma nelle fessure che separano gli stabilizzatori dallo switch centrale, utili a ridurre ulteriormente il rumore emesso dalla barra e quell'eventuale sensazione di "tremolio" trasmesso da alcuni modelli. I più convincenti tra i tasti lunghi dotati di stabilizzatore sono probabilmente Invio e la barra spaziatrice stessa. Tra switch lubrificati di fabbrica e stabilizzatori migliori della media di altri modelli, è possibile che anche gli utenti più esigenti non sentano il bisogno di mettere mano alla tastiera!

La PCB, come negli altri modelli AKKO o EPOMAKER, è compatibile con switch a 3 o 5 pin. Quelli in dotazione sono a 3 pin. Ogni slot per lo switch è dotato di LED a sé stante, e attenzione, a differenza delle altre tastiere di cui vi abbiamo parlato, i LED sono orientati verso sud. Di conseguenza anche gli switch sono messi al contrario rispetto alle altre tastiere EPOMAKER viste nelle scorse settimane. Considerata l'inclinazione e la struttura della tastiera, la retro-illuminazione disposta così si nota probabilmente di più. L'ultima fila, quella dei numeri, ha i LED invece verso nord, una soluzione pensata probabilmente per far riflettere la luce sul bordo superiore della tastiera. Nella TH66 la presenza dei LED ha un suo perché, vista la presenza del software che permette di creare un pattern personalizzato di retro-illuminazione. Non ci sono però LED di stato. La scocca è già comprensiva di strati di schiuma per rendere il suono più gradevole e la struttura complessiva più stabile. Anzi, a dirla tutta la TH66 ha un sistema di montaggio che, in gergo tecnico, è definito Gasket Mount. In sostanza vengono inserite delle guarnizioni, in questo caso di silicone, tra la piastra centrale in acciaio (quella su cui poggiano i tasti) e le parti superiore e inferiore della scocca. Questo sistema di montaggio, in combinazione con due strati di schiuma fonoassorbente tra la piastra e la PCB e tra la PCB e la parte inferiore della scocca, fanno sì che non solo la struttura risulti solidissima, ma anche che il rumore emesso in digitazione sia estremamente piacevole. Trovate lo schema di assemblaggio della TH66 seguendo questo link.

La scocca è in plastica rigida, e ci sembra anche di miglior fattura rispetto ad altri modelli EPOMAKER da noi testati. La parte inferiore è tenuta ancorata grazie ad una serie di incastri. Rimuovendo tasti e keycap si notano altri incastri, ma non viti. Si smonta facilmente insomma, nel caso voleste sostituire la schiuma o fare modifiche di vario genere. Il formato 65% non dovrebbe indurvi a considerarla troppo compatta. Come accennato ci sono ad esempio le frecce direzionali, e di conseguenza è leggermente più lunga ad esempio di una AKKO ACR61. Le dimensioni ammontano a 323 x 113 x 25 mm. In confronto alla TH80 quindi, la lunghezza è praticamente la stessa, calano solo l'altezza e la larghezza. Il peso è importante: quasi 780 grammi.

Lato connettività la EPOMAKER TH66 può essere utilizzata in tre diversi modi: cablata, grazie al cavo USB Type-C in dotazione (o qualsiasi altro cavo), via Bluetooth 5.0 o via Wi-Fi 2.4 GHz grazie all'apposito dongle che trovate in confezione. Si possono collegare fino a 5 dispositivi contemporaneamente, 3 in Bluetooth, 1 via dongle Wi-Fi e l'altro via cavo, passando dall'uno all'altro con la combinazione FN + Q, W, E, R, T. Da porre evidenza al fatto che la TH66 vanta un polling rate di 1.000 Hz anche tramite dongle Wi-Fi, una caratteristica che la rende più gaming del previsto. La batteria a bordo è una 2.200 mAh al litio, in grado di garantire una discreta autonomia (anche se inferiore ad altri modelli). Dipende ovviamente anche dall'intensità e dal movimento degli effetti di luce utilizzati e dalla modalità wireless che scegliete (Bluetooth o Wi-Fi). Per quanto riguarda la compatibilità, la TH66 è utilizzabile su sistemi Windows 8 o superiori, macOS, su dispositivi mobili tramite Bluetooth (o cablata su Android). In generale funziona su qualsiasi dispositivo normalmente compatibile con una tastiera. E non c'è nemmeno bisogno di passare da modalità Windows a macOS! Se nei precedenti modelli era presente una particolare combinazione da premere, la TH66 passa in autonomia da un modo d'uso all'altro (seamless switching). Piccolo cenno anche alla porta USB-C. Posta a sinistra del lato frontale, è leggermente incavata. Possibile che abbiate qualche difficoltà con cavi estremamente personalizzati, ma con quelli a spirale anche della stessa EPOMAKER non dovreste avere problemi.

Estetica, costruzione ed ergonomia

Da un punto di vista estetico, la EPOMAKER TH66 ha lo stesso gusto squisitamente retro della TH80 che potrebbe piacere a molti (come no). A detta di EPOMAKER lo stile è "industriale". A riprova della volontà del marchio di esprimere questa tipologia di stile troviamo keycap caratterizzati da simboli particolari, come bracci robotici da catena di montaggio, ingranaggi, strumenti di lavoro e circuiti stampati. In ogni caso, il look non sfigura né in una scrivania di ufficio né in un contesto più casalingo. La retro-illuminazione può essere sfruttata per incrementare lo stile retro, magari con un pattern tutto bianco. Sempre a proposito dell'illuminazione, buono il livello di luminosità massimo, che permette di "vederci qualcosa" anche in assenza di fonti di luce nella stanza. Considerate comunque che i tasti in PCB non sono shine-through. Il colore dei LED è simile a quello di altri modelli visti nelle precedenti recensioni. Sappiate in ogni caso che non passerà inosservata. L'illuminazione, le dimensioni particolari, la manopola rossa, i tasti gialli: tutte caratteristiche che contribuiranno a renderla vistosa, seppur elegante (almeno per i nostri gusti).

Da un punto di vista costruttivo, quanto detto nel paragrafo relativo alle caratteristiche tecniche potrebbe essere sufficiente a farsi un'idea delle qualità della tastiera. I tasti sono solidi e di ottima fattura, e le accortezze a livello costruttivo, come il doppio strato di schiuma e il montaggio in stile Gasket, fanno sì che il rumore emesso in digitazione sia estremamente piacevole. In generale, la nuova tastiera di EPOMAKER ci è parsa solida, priva di scricchiolii o di altre debolezze strutturali tali da renderla delicata o di facile rottura. Il fatto poi di poter sostituire buona parte dei componenti, e anche di smontare il tutto con rapido accesso alla PCB, vi permette di portare avanti nel tempo una routine di manutenzione in grado di farla durare per anni. Possiamo dire che probabilmente è tra le più solide da noi testate, forse solo un po' meno della TH80 vista l'assenza di viti. Se per qualche motivo apprezzaste le caratteristiche di base della tastiera, ma aveste necessita di metterci switch e keycap già in vostro possesso, EPOMAKER vende anche il kit TH66 privo dei due componenti appena citati (ma comunque comprensivo di manopola rigorosamente rossa) e ad un prezzo leggermente più vantaggioso.

Sul retro, oltre a 4 piedini gommati che già di suo donano un certo grip alla tastiera (anche il peso aiuta), ci sono anche due rialzi, anch'essi dotati di piedini gommati, che permettono di utilizzare la tastiera a 3 diverse inclinazioni. Dobbiamo ammettere che anche l'altezza base, quella che non sfrutta i rialzi, in combinazione con il particolare profilo dei tasti e della scocca, pul risultare sufficiente a garantire un'ottima comodità di scrittura e di utilizzo. Anzi: vista l'altezza della scocca e il particolare profilo MDA dei tasti, per molti utenti i rialzi posteriori saranno una caratteristica in più che forse non sfrutteranno. La particolare conformazione della TH66 poi vi permette di usarla anche senza poggiapolsi. Un valore aggiunto non da poco!

Come di consueto abbiamo utilizzato la tastiera per scrivere questa recensione, sfruttandola anche nelle classiche sessioni di gaming con fps quali Overwatch 2 (la beta) e Call of Duty: VanguardL'esperienza di digitazione sa essere fantastica, almeno per quelli che sono i nostri gusti, anche se il profilo MDA, per via dell'altezza dei tasti leggermente ridotta rispetto ad alti profili, potrebbe richiedere un attimo di assestamento da parte dell'utilizzatore. Già con qualche ora di pratica gli errori di battitura si riducono al minimo. L'esperienza di digitazione rimane comunque un fattore molto soggettivo. Non per niente tastiere del genere offrono la possibilità di cambiare switch e caps, che già potrebbero cambiarla anche drasticamente. Occhio ovviamente al layout ANSI UK diverso dal nostro, che implica un posizionamento e una dimensione diversa per alcuni tasti, e alla presenza di simboli diversi sulla fila dei numeri e accanto alle lettere. In generale comunque, da un punto di vista ergonomico, ci è piaciuta non poco, e ribadiamo ancora una volta che questi switch neri (i Gateron Pro) sono davvero favolosi.

EPOMAKER TH66 utilizza lo stesso software che avevamo già utilizzato per la recensione della EP84, ovvero EPOMAKER Driver. Non abbiamo avuto problemi di riconoscibilità della tastiera (come successo per la TH80), e anzi, con la stessa versione del software abbiamo gestito TH66 e il tastierino TH21 senza problemi di sorta. Trovate il software qui.

Di base la tastiera è già programmata con tutta una serie di scorciatoie utili a cambiare modalità di retroilluminazione e gestirne i parametri (luminosità, velocità, direzione), l'avvio di applicazioni e anche a gestire la riproduzione di contenuti multimediali. Il manuale incluso in confezione vi accoglie con un lungo elenco di queste scorciatoie. I tasti funzione sono replicabili tramite la pressione di FN + la fila dei numeri. In più qui troviamo anche la manpola del volume che permette appunto di aumentare o diminuire il volume di sistema. Di base la pressione della manopola è associata al silenziamento dell'audio, ma può essere cambiata da EPOMAKER Driver. Sempre con le scorciatoie si gestisce il passaggio tra i vari dispositivi collegati. Con FN+Q, W ed E si passa ai dispositivi associati via Bluetooth, con FN+R al dongle Wi-Fi e con FN-T alla modalità cablata. Come accennato poi, la TH66 passa automaticamente dalla modalità Windows a quella macOS a seconda del PC a cui la collegate. Su macOS le scorciatoie si comportano in modo diverso: viene ad esempio offerta la possibilità di richiamare Siri e di aprire il Control Center.

Da EPOMAKER Driver potete registrare macro, grazie ad un'interfaccia piuttosto classica (con gli indicatori di ritardo, elenco di macro e altre funzioni classiche), aggiornare il firmware della tastiera, e anche creare effetti di retro-illuminazione completamente personalizzati. Dalla schermata Main si può anche cambiare l'associazione dei tasti, riprogrammandoli tutti ad eccezione del tasto FN di destra. Vale quanto già detto in passato: l'interfaccia è spartana e solo in inglese, ed anzi, è praticamente la stessa che abbiamo analizzato in precedenza. Ciò non toglie che svolge il suo lavoro senza grossi problemi.

Discreta l'autonomia della TH66 in modalità Bluetooth o Wi-Fi. La batteria non è poi così generosa, ma è sufficiente a garantirne l'uso continuato per ore e ore. Considerate che alcune TH80, dotate quindi di più tasti di questa, venivano spedite con la stessa batteria da 2.200 mAh di questa TH66. C'è ovviamente un sistema automatico di stand-by che disattiva la tastiera per risparmiare carica. Potete anche decidere di spegnerla manualmente tutte le volte.

Viste tutte le considerazioni fatte finora, i circa 95€ (86€ sul sito ufficiale) richiesti per portarsi a casa una EPOMAKER Theory TH66 ci paiono sufficientemente sensati. E sempre su Amazon c'è anche un coupon da 8€ di sconto da applicare prima dell'acquisto. Ricapitolando, si tratta di una tastiera meccanica hot-swappable con switch in PBT, con tante accortezze a livello costruttivo, con un look originale e retro, dotata di manopola audio di alta qualità, 3 modalità di connessione (di cui due wireless), supporto software e tanti altri pro che è difficile non notare. Come accennato poi, su Amazon si trova anche il kit da personalizzare con switch e keycap a piacere ad un prezzo inferiore. È anche vero che, visto il prezzo, è logico optare anche per la TH80 che almeno è dotata di più tasti e non è troppo più grande. Sono gusti personali, in tutto e per tutto.

Recensione EPOMAKER TH66 - Foto dal vivo

Su alcuni dei link inseriti in questa pagina SmartWorld ha un'affiliazione ed ottiene una percentuale dei ricavi, tale affiliazione non fa variare il prezzo del prodotto acquistato. Tutti i prodotti descritti potrebbero subire variazioni di prezzo e disponibilità nel corso del tempo, dunque vi consigliamo sempre di verificare questi parametri prima dell’acquisto.

Giudizio Finale

EPOMAKER TH66

EPOMAKER TH66 si pone come un'ottima alternativa alla più volte citata TH80, e nulla di più. La qualità dei componenti è la stessa, e non ci sono grosse ragioni per preferire l'una all'altra se non appunto le dimensioni leggermente più ridotte. Il mezzo voto in meno è da ricercarsi unicamente nel fattore prezzo, forse troppo simile a quello proposto per la TH80, e nella batteria per forza di cose leggermente ridotta. Di base comunque vi offre una struttura estremamente solida e dotata di alcune accortezze costruttive davvero niente male, come il doppio strato di schiuma e gli inserti in gomma nella barra spaziatrice. Vanta 3 modalità di utilizzo, di cui 2 senza fili, e si tratta, nonostante ciò, di una tastiera meccanica hot-swappable con keycap in PBT. Per quanto il software sia lo stesso delle altre volte (quindi spartano e solo in inglese) e il layout solo ANSI UK, la TH66 saprà farsi amare. A completare la dotazione una elegante manpola rossa in alluminio e una selezione di tasti aggiuntivi in confezione per dargli un ulteriore tocco di personalizzazione.

Sommario

Caratteristiche tecniche 9

Estetica, costruzione ed ergonomia 9

Voto finale

EPOMAKER TH66

Pro

  • Stile retro
  • Hot-swappable, keycap in PCB
  • Manopola per il volume in alluminio
  • Anche Bluetooth o Wi-Fi via dongle
  • Solida e ben costruita
  • Switch neri spettacolari

Contro

  • Solo layout ANSI UK
  • Software spartano
  • Prezzo troppo simile alla TH80
  • Non c'è una particolare ragione per preferirla alla TH80

Lorenzo Delli

Lorenzo Delli Cresciuto a "computer & biberon", si è avvicinato al mondo dell'informatica alla tenera età di 5 anni. Si occupa principalmente di news e recensioni legate al mondo del gaming (mobile e non) e dei canali Social per il network SmartWorld.

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