Crittografia, l’Italia prova ad allinearsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo aggiornando la norma del 2017

9 months ago 156

Cybersecurity Italia pubblica il testo della bozza del D.Lgs “correttivo” sul Codice delle Comunicazioni Elettroniche oggi sul tavolo del pre-consiglio dei ministri.

Sulle comunicazioni criptate l’Italia prova ad allinearsi alla sentenza storica della Corte europea dei diritti dell’uomo, aggiornando la norma del 2017 ormai desueta sia dal punto di vista giuridico sia perché non più al passo con l’evoluzione tecnologica. E una parte del Governo è intenzionato a farlo con l’articolo 29 presente nella bozza del D.Lgs. “Correttivo” del Codice delle Comunicazioni Elettroniche oggi sul tavolo del pre-consiglio dei ministri.

La norma così scritta recepisce sia le osservazioni parlamentari che la sentenza della CEDU, oltre che le posizioni esposte in parlamento da ASSTEL (associazione TLC) e AIAD (associazione industrie difesa e sicurezza)

Ovviamente non essere responsabili per la decrittazione non significa non collaborare con le indagini ma farlo con altri metodi (ad esempio attraverso i Trojan) che però sono metodi “chirurgici” (anche se più costosi) e che non mettono a rischio la sicurezza di tutti i cittadini che invece sono protetti dalla crittografia.

La norma così scritta di fatto ricopia la norma degli Stati Uniti, che protegge gli operatori di messaggistica come WhatsApp. E crea quindi una par condicio tra italiani e stranieri.
La particolarità della norma italiana vigente è che si applica solo agli operatori italiani. Il Governo eliminerà questo paradosso?

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