È uscita la release 1.0 di GNU Shepherd, sistema di init concorrente di Systemd che a sua volta pubblica la versione 257

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La notizia della pubblicazione della release 1.0 di Shepherd, il sistema di init prodotto dal progetto GNU rischiavamo di perdercela per strada. Il 9 di dicembre 2024, sul sito del progetto è apparso l’annuncio del quale vengono forniti i dettagli, il più rilevante dei quali è quello delle tempistiche:

Finally, twenty-one years after its inception (twenty-one!), the Shepherd leaves ZeroVer territory to enter a glorious 1.0 era. This 1.0.0 release is published today because we think Shepherd has become a solid tool, meeting user experience standards one has come to expect since systemd changed the game of free init systems and service managers alike.

Finalmente, ventuno anni dopo la presentazione dell’idea (21!) Shepherd lascia il territorio delle versioni zero ed entra nella gloriosa era dell’1.0. Questo versione 1.0.0 viene pubblicata oggi perché pensiamo che Shepherd sia diventato un tool solido, che va incontro alle esigenze che gli utenti si aspettano da quando systemd ha cambiato le regole del gioco dei sistemi di init liberi e dei gestori di servizi simili

A guidare il progetto è il minimalismo classico dei sistemi GNU, con due principali tool che permettono di gestire le azioni tipiche di un sistema di init: il comando herd (gregge), che gestisce i servizi (paritetico a systemctl se vogliamo trovare un parallelo con Systemd) ed il comando shepherd (pastore) che è il vero e proprio eseguibile di init (il PID 1, per intenderci).

Se state pensando a Shepherd come ad una alternativa usabile da subito sulla vostra distribuzione è bene freniate da subito gli entusiasmi. Sicuramente arriveranno distribuzioni che usano questo tool, ma sarà bene non trattenere il fiato, per due ragioni principali: la prima è che comunque questo progetto “è in giro” già da vent’anni e, se fosse stato usabile sicuramente qualche distribuzione lo avrebbe già implementato, la seconda è che l’approccio del progetto è nel “tipico” stile minimalista GNU e poco si sposa con la modernità, per così dire, fancy di Systemd.

Basti vedere lo schema presentato nell’annuncio che “dovrebbe” dare una fotografia della struttura delle dipendenze del progetto:

Example of a service dependency graph.

Il buon vecchio, caro, dot. Benvenuti nel 2000.

Ironie a parte, la concorrenza non ha la minima intenzione di cedere il passo, tanto che, caso o no, il progetto Systemd ha annunciato la pubblicazione della release 257 in concomitanza a quella di Shepherd.

Questa release dovrebbe indirizzare alcune delle problematiche di cui avevamo raccontato a giugno, ricordate il “divertente” articolo Hai usato systemd-tmpfiles e ti sei trovato senza /home? Dovevi leggere la documentazione!? Ecco, la questione pare essere stata risolta:

* The --purge switch of systemd-tmpfiles (which was added in v256) has been reworked: it will now only apply to tmpfiles.d/ lines marked with the new "$" flag. This is an incompatible change, and means any tmpfiles.d/ files which shall be used together with --purge need to be updated accordingly. This change has been made to make it harder to accidentally delete too many files when using --purge incorrectly.

Possiamo dormire sonni tranquilli, a vegliare su di noi ci pensa systemd.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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