È una riflessione molto intelligente quella condivisa nell’articolo di Foss Force da parte di Christine Hall, la quale afferma come “tutto quello che Red Hat dice a proposito di RHEL 9.5 è altrettanto vero per AlmaLinux 9.5” e, verrebbe da aggiungere, la stessa cosa riguarda Rocky Linux (e quindi anche RLC, la versione Enterprise), Oracle Linux e tutti gli altri cloni.
Ed in effetti leggendo il comunicato stampa, come suggerisce l’articolo, se si sostituiscono alle parole “Red Hat Enterprise Linux” uno qualsiasi dei nomi dei cloni, il risultato non cambia:
[…] While more complexity can impact the attack surface, we are committed to making Red Hat Enterprise Linux the most secure, zero trust platform on the market, so businesses can tackle each challenge head-on with a secure base at the most fundamental levels of a system. […]
[…] Sebbene una maggiore complessità possa avere un impatto sulla superficie di attacco, ci impegniamo a rendere Red Hat Enterprise Linux la piattaforma zero trust più sicura sul mercato, in modo che le aziende possano affrontare ogni sfida a testa alta con una base sicura ai livelli più fondamentali di un sistema. […]Anche perché contestualmente ai vari annunci per la versione 9.5 degli specifici progetti (AlmaLinux, Rocky Linux, Oracle Linux) è arrivata la pubblicazione da parte di OpenELA anche dei sorgenti con cui teoricamente chiunque potrebbe crearsi il proprio clone RHEL.
Ad uno sguardo superficiale, la sfilza di annunci appare effettivamente come una sequela di copie che nulla hanno di diverso l’una dall’altra. La domanda che chiunque potrebbe porsi è: ma tutto questo che senso ha?
Una risposta possibile potrebbe essere “il mare è grande e pieno di pesci, ed ognuno vuole la sua parte“, ma è certamente una risposta insoddisfacente e incompleta. L’ecosistema Enterprise Linux che si è riadattato alle mosse di Red Hat, se possibile rispetto a quando esisteva la sola CentOS, è diventato più frammentato e dispersivo.
Un bene? Un male? Certamente è ciò che l’open-source consente di fare.
In concomitanza con l’uscita di RHEL 9.5 in realtà però c’è un annuncio di cui vale sicuramente la pena tenere conto: Red Hat Enterprise Linux è entrata a far parte delle distribuzioni Linux supportate dal Windows Subsystem for Linux, altrimenti conosciuto come WSL. Lo fa dalla porta principale, poiché se è vero che WSL supporta ogni distro.
L’annuncio congiunto di Microsoft e Red Hat certifica come la distribuzione sia ufficiale, ossia selezionabile tra le disponibili in modalità point & click.
Ad oggi quindi WSL supporta tutte le major: Ubuntu, Debian, SUSE e Red Hat.
Pronti a testare il tutto?
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
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