Franco Gabriello preoccupato per la cybersicurezza: “Bisogna cambiare gli antivirus russi”

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Gli antivirus provenienti dalla Russia potrebbero creare problemi? A parlarne è Franco Gabriello, sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Franco Gabrielli

Franco Gabrielli, ex capo della polizia e della Protezione civile Franco Gabrielli, attualmente sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza nazionale, ha da poco parlato di alcuni dettagli in merito alla cybersicurezza da considerare dopo che la guerra fra la Russia e l’Ucraina è iniziata. Parliamo nello specifico di misure che il web ha preso contro il paese, limitandolo sotto molteplici punti di vista, con il tutto che però potrebbe venire applicato anche in senso inverso.

Con i tempi che corrono, la Nato è addirittura arrivata a indicare il mondo dell’hacking come vero e proprio campo in cui portare avanti la guerra, e non è quindi da escludere che la Russia decida di optare per una soluzione di questo tipo in futuro, il che sottolinea come sia bene prepararsi al tutto. Trovate qui di seguito le dichiarazioni riportate dal Corriere:

Certamente più la situazione si complica, prolungando i tempi di una guerra classica, più aumenta la possibilità che il conflitto si estenda ad aggressioni cibernetiche verso i Paesi dichiarati “ostili” da Putin. Ma dobbiamo imparare a vivere gli alert come gli annunci di eventi meteorologici avversi: non con disperazione ma con spirito di reazione per evitare le conseguenze peggiori. Tenendo presente che scontiamo i limiti strutturali di un sistema di server pubblici inadeguato, e che pure in questo ambito dobbiamo liberarci da una dipendenza dalla tecnologia russa.

Parlando invece del tipo di dipendenza dalla tecnologia russa, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha indicato quanto potete leggere qui di seguito:

Per esempio quella di sistemi antivirus prodotti dai russi e utilizzati dalle nostre pubbliche amministrazioni che stiamo verificando e programmando di dismettere, per evitare che da strumento di protezione possano diventare strumento di attacco.

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