Semaforo rosso dell’amministrazione Biden all’utilizzo dell’antivirus russo. Il governo Usa spiega che “al termine di un’approfondita indagine, vieteremo a Kaspersky Lab e alle sue società affiliate di fornire software per la cybersicurezza e antivirus negli Stati Uniti”.
Gli Usa vietano Kaspersky. Come spiega Reuters, il ban è stato fortemente voluto dall’amministrazione Biden, che sulla postura cyber degli Stati Uniti sta approntando una serie di nuove strategie (a maggio, attraverso una nota, la Casa Bianca ha espresso tutto il suo orgoglio in merito alla pubblicazione del Rapporto 2024 sulla cybersecurity posture degli Stati Uniti, il primo report a livello nazionale prodotto dal governo sullo stato della sicurezza cibernetica nel Paese).
La conferma del veto nei confronti della multinazionale russa fondata nel 1997 è stata avvalorata dal segretario al Commercio degli Stati Uniti, Gina Raimondo, che parla di ingerenze del governo russo nella software house. La paura è che i pc statunitensi possano essere infettati da malware volutamente celati nel software: tra i clienti di Kaspersky, infatti, figurano molte infrastrutture critiche e istituzioni locali e nazionali, e la Casa Bianca – che investirà sempre di più nella cybersecurity, oltre 13 miliardi di dollari nel 2025 – non intende correre il rischio di esporle a cyberminacce.
Ban totale dal 29 settembre
Era il settembre 2017 quando l’allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ordinò di disinstallare entro 90 giorni tutti i software Kaspersky presenti sui computer delle agenzie governative statunitensi. Il timore espresso dall’ex inquilino della Casa Bianca era che, a causa della possibile influenza del Cremlino sull’azienda con base a Mosca, questi programmi potessero mettere a repentaglio la sicurezza nazionale. All’epoca, il fondatore Eugene Kaspersky aveva spiegato le sue ragioni in un blogpost apparso sul sito dell’azienda (“la decisione di rimuovere i nostri prodotti si è basata principalmente su timori soggettivi e su pareri non tecnici e non dimostrati, provenienti spesso da articoli giornalistici basati su fonti anonime e su pettegolezzi”).
Adesso l’amministrazione Biden vieta ai cittadini e alle aziende Usa di utilizzare i prodotti realizzati dalla software house russa. Il veto entrerà in vigore il prossimo 29 settembre: da quel giorno non sarà più possibile stringere rapporti commerciali con Kaspersky, né installare il suo software (neppure quello venduto con marchio differente). I rivenditori che violeranno il ban verranno sanzionati dal Dipartimento del Commercio, mentre il Dipartimento di Giustizia potrà dare il via a procedimenti penali a loro carico. Gli utenti non saranno multati, ma riceveranno un avviso a non fruire più del software Kaspersky.
Le dichiarazioni dei protagonisti
“Al termine di un’approfondita indagine, vieteremo a Kaspersky Lab e alle sue società affiliate di fornire software per la cybersicurezza e antivirus negli Stati Uniti. Non sarà più in grado di vendere il suo software e gli aggiornamenti per quello esistente”, ha affermato il segretario al Commercio, Gina Raimondo. Soprattutto, ha proseguito Raimondo, “la Russia ha dimostrato di avere la capacità e l’intenzione di sfruttare aziende nazionali come Kaspersky per raccogliere e sfruttare come arma le informazioni personali degli americani ed è per questo che siamo costretti ad intraprendere questa azione”.
Dichiarazioni a cui fanno eco quelle di Mark Warner, presidente del Senate Intelligence Committee: “Non daremo mai a una nazione avversaria le chiavi delle nostre reti o dei nostri dispositivi, ragione per cui è pazzesco pensare che continueremo a consentire la vendita agli americani di software russo con il più ampio accesso possibile ai dispositivi”. E per quanto riguarda Kaspersky? Il commento dell’azienda russa non si è fatto attendere. E attraverso un comunicato, la software house precisa: “Kaspersky non è coinvolta in attività che minacciano la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e, di fatto, ha contribuito in modo significativo con le sue segnalazioni e la sua protezione da una serie di minacce che hanno preso di mira gli interessi e gli alleati degli Stati Uniti. L’azienda intende perseguire tutte le opzioni legalmente disponibili per preservare le sue attuali operazioni e relazioni”.