Harry Potter: Wizards Unite chiude ufficialmente i battenti oggi, 31 gennaio 2022. Come anticipato a novembre scorso, i server vengono completamente disattivati. Nelle settimane intercorse tra l'annuncio della chiusura e l'effettiva disattivazione Niantic ha adottato una serie di misure che hanno traghettato l'utenza sino all'epilogo. Come precedentemente confermato, gli acquisti in-app non saranno rimborsati, tranne quando sarà obbligatorio per legge. Il gioco è stato già rimosso il 6 dicembre scorso da App Store, Google Play e Galaxy Store.
Da oggi, per essere perfettamente chiari, Harry Potter: Wizards Unite è completamente inaccessibile - non si può più continuare a giocare senza i server di Niantic.
Harry Potter: Wizards Unite will officially close at 12:01 a.m. local time on Jan. 31, 2022. We sincerely thank all of our fans who have enjoyed the game. pic.twitter.com/WFvMlNcgpl
— Harry Potter: Wizards Unite (@HPWizardsUnite) January 28, 2022Wizards Unite può essere definito come un Pokémon Go ambientato nel mondo di Harry Potter: le meccaniche di gioco sono le stesse del fenomeno globale che in cinque anni ha generato oltre 5 miliardi di dollari di ricavi. Non ci vuole molta fatica per capire che il gioco non sia stato un grande successo: sul Play Store la conta dei download è sì alta, oltre 10 milioni, ma la media di valutazioni è piuttosto scarsa, intorno alle 3,8 stelle su 5. Difficile stabilire perché un gioco abbia avuto un successo enorme e l'altro sia passato relativamente inosservato: forse perché la formula era troppo ripetitiva, o forse perché il collezionismo è sempre stato un elemento chiave del franchise Pokémon, a differenza di quanto accade in Harry Potter. E forse non ha aiutato nemmeno il periodo di lancio, appena 6-7 mesi prima dello scoppio della pandemia.
Vale la pena ricordare che il primo gioco di Niantic si chiamava Ingress: risale al 2013. All'epoca la software house faceva parte di Google, e il gioco era stato rilasciato come "proof of concept" riguardo all'implementazione di realtà aumentata e dati reali da servizi come Maps nel mondo dei giochi. La formula è sempre la stessa: si viaggia nel mondo reale alla ricerca di "portali" visibili solo attraverso lo "scanner", ovvero il proprio smartphone, e li si "hackera" muovendosi nei dintorni e raccogliendo risorse per il gioco. In effetti possiamo dire che Pokémon Go è a sua volta un clone di Ingress in salsa Pokémon.
Nota: articolo aggiornato al 31 gennaio per segnalare la disattivazione dei server