Il licenziamento di Timothy Haugh e le incidenze sulla sicurezza degli USA

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TOF2025

Il licenziamento di Timothy Haugh, ormai ex capo della National Security Agency (NSA) e del Cyber Command insieme alla sua vice, Wendy Noble, da parte di Donald Trump ha lasciato non pochi dubbi. La modalità della scelta e la relazione con i continui cambiamenti che nelle ultime settimane hanno coinvolto gli apparati dello Stato lascerebbero presagire un cambiamento interno agli USA. Un cambiamento, i cui effetti potrebbero dall’esterno lasciare spazio a tante diverse interpretazioni.

Interrogativi in USA

Negli USA, Donald Trump ha nuovamente destrutturato gli apparati dello Stato, licenziando il Generale Timothy Haugh da capo della National Security Agency (NSA) e del Cyber Command. E insieme a lui la sua vice, Wendy Noble (massimo dirigente civile della NSA).

Haugh guidava la NSA (il più potente servizio di intercettazione e cyberspionaggio del Mondo) dal Febbraio 2024, supervisionando contestualmente il Cyber Command. Trattasi di un’unità militare, creata nel 2010. La sua funzione è quella di condurre operazioni cibernetiche offensive contro i Paesi che gli USA considerano ostili.

Si comprende dunque la portata della decisione e il suo impatto. A riportare la notizia, in primo luogo, è stato il Washington Post. Nevralgiche, in questo senso, le informazioni che ha recepito dopo un confronto con tre funzionari statunitensi. Di questi, due attualmente in carica e uno non più operativo.

Una costante

La rimozione del Generale dai suoi incarichi – nonché le modalità – hanno valorizzato le altre controversie che in queste settimane hanno riguardato la Pubblica Amministrazione degli USA. Pochi giorni fa, era emerso ‘il caso’ Michael Waltz, Consigliere per la Sicurezza degli USA, che avrebbe utilizzato Gmail per scambiarsi delle informazioni con alcuni collaboratori.

In effetti, il Washington Post e poi il New York Times hanno sottolineato come la decisione di Donald Trump avrebbe tradotto nella prassi le richieste di Laura Loomer. Attivista politica di estrema destra e personaggio mediatico, la Loomer aveva incredibilmente invocato proprio il licenziamento di Haugh. E con lui, quello di altri funzionari del comparto della sicurezza nazionale.

Il tutto, durante un incontro con il Presidente Trump nello Studio Ovale (il giovedì precedente). La nomina di Sean Cairncross a direttore nazionale per la sicurezza cibernetica, inoltre, aveva dato adito a diversi interrogativi. Lo scioglimento del Cyber Safety Review Board era stato indicativo. A riprova di come la riorganizzazione del comparto stia seguendo delle linee generali di carattere sistemico.

Il tema geopolitico

Ad aggiungere ulteriori punti di domanda alla questione, il passato recente del Generale Haugh. Soltanto il mese scorso aveva infatti ospitato Elon Musk, (attualmente consigliere di Trump e ai vertici del Department of Government Efficiency (DOGE) presso la sede dell’NSA a Fort Meade, nel Maryland. Lo stesso Musk, tuttavia, sarebbe prossimo a lasciare il Governo.

Professionista della cibernetica con oltre trenta anni di servizio militare, Haugh ha anche avuto il ruolo di capo della Cyber National Mission Force del Cyber Command. In queste veste ha guidato le operazioni militari cibernetiche offensive all’estero. Si è inoltre occupato di contrastare le operazioni telematiche provenienti dalla Russia, volte a destabilizzare le elezioni di medio termine del 2018.

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