Per il secondo anno consecutivo i rischi informatici derivanti da attacchi malware /ransomware, violazione di dati e guasti IT, rappresentano un rischio per il 47% delle aziende italiane.
In Italia i rischi informatici rappresentano i principali timori delle aziende, seguiti da Interruzione di attività e Crisi energetica.
Lo rivela la nuova indagine di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS), il sondaggio annuale sui principali rischi percepiti dalle aziende a livello globale secondo gli oltre 2.700 intervistati, provenienti da 94 paesi, tra cui amministratori delegati, risk manager, broker ed esperti assicurativi.
Secondo il rapporto, per il secondo anno consecutivo, nel nostro Paese i rischi informatici derivanti da attacchi malware e ransomware, violazione di dati e guasti IT, rappresentano un rischio per il 47% delle aziende italiane.
L’Italia come il resto del mondo
Non sono in Italia, ma a livello globale i rischi informatici rimangono in testa alla classifica dei rischi per le aziende di tutto il mondo tra cui Canada, Francia, Giappone, India e Regno Unito. È questo il rischio che preoccupa maggiormente le piccole e medie imprese (con un fatturato annuo inferiore ai 250 milioni di $).
Secondo il report, la frequenza degli attacchi ransomware rimarrà elevata anche nel 2023, e il costo medio di una violazione dei dati è ai massimi storici con 4,35 milioni di dollari (come previsto dal Cost of Data Breach report di IBM) che si prevede supererà i 5 milioni di dollari nel 2023. Il conflitto in Ucraina e le più ampie tensioni geopolitiche stanno aumentando il rischio di un attacco informatico su larga scala da parte di soggetti supportati dagli Stati. A ciò si aggiunge una crescente carenza di professionisti di cyber security, che genera problemi quando si tratta di migliorare la sicurezza.
Per le aziende di molti Paesi, il 2023 sarà probabilmente un altro anno problematico per l’Interruzione di attività (BI), perché molti modelli di business sono sensibili agli shock e ai cambiamenti improvvisi, che a loro volta incidono sui profitti e sui ricavi. Al 2° posto a livello globale, la BI è il rischio numero uno in paesi come Brasile, Germania, Messico, Paesi Bassi, Singapore, Corea del Sud, Svezia e Stati Uniti.
Gli attacchi informatici sono la causa principale per l’interruzione di attività
Le fonti che generano queste problematiche sono molteplici. Gli attacchi informatici sono la causa di BI che le aziende temono di più (45% delle risposte, al secondo posto la crisi energetica (35%), seguita dalle catastrofi naturali (31%). L’aumento vertiginoso del costo dell’energia ha costretto alcune industrie ad alto consumo energetico a utilizzarla in modo più efficiente, a trasferire la produzione in luoghi alternativi o addirittura a prendere in considerazione l’ipotesi di una chiusura temporanea. Le conseguenti condizioni di penuria minacciano di provocare interruzioni delle forniture in una serie di settori critici in Europa, tra cui l’alimentare, quelli agricolo, chimico, farmaceutico, edilizio e manifatturiero, sebbene le miti condizioni invernali in Europa e la stabilizzazione del prezzo del gas stiano contribuendo ad alleviare la tensione energetica.
Un’eventuale recessione è un’altra probabile fonte di interruzione nel 2023, con il rischio di fallimento e insolvenza dei fornitori, che rappresenta un particolare campanello di allarme per le aziende con fornitori critici singoli o limitati.
Aumentano i timori per la crisi energetica e il cambiamento climatico
La Crisi energetica è il rischio con la maggiore spinta in aumento nel sondaggio e compare per la prima volta al 4° posto (22%). Alcuni settori, come quello chimico, dei fertilizzanti, del vetro e dell’alluminio, possono dipendere da un’unica fonte di energia (il gas russo nel caso di molti paesi europei) e sono quindi molto vulnerabili alle interruzioni della fornitura o agli aumenti dei prezzi. Se queste industrie di base sono in difficoltà, le ripercussioni possono farsi sentire più a valle nella catena di valore di produzione di altri settori. Secondo Allianz Trade, la crisi energetica rimarrà il più grande trauma per la redditività in particolare per i paesi europei . Ai livelli attuali, i prezzi dell’energia potrebbero azzerare i profitti della maggior parte delle società non finanziarie, poiché il potere contrattuale sta diminuendo a causa del rallentamento della domanda.
Dato che il 2023 sarà un altro anno di turbolenze, con conflitti e disordini civili in primo piano, i Rischi politici sono una new entry al 10° posto (13%). Oltre alla guerra, le aziende sono preoccupate anche per l’aumento delle interruzioni dovute a scioperi, sommosse e disordini civili, in seguito alla crisi del costo della vita in molti Paesi.
Nonostante il calo nella classifica rispetto all’anno precedente, le Catastrofi naturali (19%) e il Cambiamento climatico (17%) rimangono tra le maggiori fonti di preoccupazione per le aziende. In un anno che ha visto il passaggio dell’uragano Ian (una delle tempeste più potenti mai registrate negli Stati Uniti), ondate di calore, siccità e tempeste invernali da record in tutto il mondo e perdite assicurate per oltre 100 miliardi di $, questi rischi sono ancora tra i primi sette a livello globale.