Dopo aver recentemente celebrato il primo compleanno di ChatGPT ed esserci interrogati sullo stato attuale dell’intelligenza artificiale, essendo prossimi alla chiusura d’anno, guardando alle notizie degli ultimi giorni possiamo provare a prospettare il prossimo futuro.
Partiamo con quella che pare essere una buona notizia: la UE è la prima organizzazione mondiale ad aver strutturato delle leggi che definiscono il regime di operatività per quanti vogliono sviluppare intelligenza artificiale.
Come racconta nel suo tweet il commissioner UE Thierry Breton, l’accordo è di portata storica:
Historic!
The EU becomes the very first continent to set clear rules for the use of AI
The #AIAct is much more than a rulebook — it's a launchpad for EU startups and researchers to lead the global AI race.
The best is yet to come! pic.twitter.com/W9rths31MU
Rimane da capire se queste regolamentazioni limiteranno, come indicano alcune aziende, l’evoluzione e gli studi sulla materia o saranno realmente utili per tutelare il mondo in quello che per la maggioranza è ancora un terreno piuttosto sconosciuto.
Oggettivamente è difficile pensare a come qualche tipo di regolamentazione sarà per forza necessaria nel momento in cui si osservano i movimenti delle big corporation sulla materia. Perché se fino ad oggi tutto sommato AI è stato sinonimo di ChatGPT, almeno per le masse, i recenti annunci portano a pensare a come pian piano tutti i grandi player si stiano allineando.
Si parte con Gemini di Google che dalle entusiastiche presentazioni fatte dall’azienda appare come un serio concorrente per ChatGPT, in grado di addirittura superarlo. Disponibile in tre versioni: Gemini Ultra (per task super complessi), Gemini Pro (per task impegnativi), and Gemini Nano (da usare sul cellulare) non è solamente un chatbot, ma uno strumento che accetta differenti tipi di input per generare quelli che, almeno sulla carta, sono risultati sorprendenti:
Ma anche il resto della concorrenza non sta certamente con le mani in mano. È recentissimo anche l’annuncio di “The AI Alliance“, un’associazione guidata da IBM (quindi implicitamente anche Red Hat) e Meta (quindi Facebook) e comprendente una cinquantina di aziende unite per evitare che una singola azienda possa dominare il progresso relativo alle intelligenze artificiali. Traduzione: fermiamo, o proviamo a fermare ChatGPT 🙂
AMD, Intel, Oracle, il CERN e tante altre aziende fanno parte di questa alleanza che è supportata anche dalla Linux Foundation la quale, per mezzo del suo Executive Directory Jim Zemlin, si esprime in questi termini:
The AI Alliance is another milestone in the process of providing for openly shareable software, data, and other assets essential to the development of transparent, advanced and trustworthy AI.
Open collaborative processes and open governance are essential to these efforts and working with our PyTorch Foundation, LF AI and Data Foundation, Cloud Native Computing Foundation, we look forward to participating in and assisting the Alliance by providing a neutral home for essential elements of the AI ecosystem
Processi collaborativi aperti e governance aperta sono essenziali per questi sforzi e, lavorando con la nostra PyTorch Foundation, LF AI e Data Foundation, Cloud Native Computing Foundation, non vediamo l’ora di partecipare e assistere l’Alleanza fornendo un luogo neutrale per gli elementi essenziali dell’ecosistema dell’intelligenza artificiale.
Insomma, il primo anno di “vera” intelligenza artificiale si è concluso ed il vincitore è stato senza ombra di dubbio ChatGPT, ma chissà cosa succederà nel futuro: l’AI diventerà davvero per tutti o sarà solo ausilio di pochi?
Buon 2024!
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.