Mare Aperto 2022, l’esercitazione della Marina Militare per difendere gasdotti e cavi sottomarini

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L’utilizzo dei ROV è mirato all’ispezione dei fondali marini in caso di un attacco nemico a gasdotti e cavi sottomarini.

Il 2 ottobre scorso è iniziata l’esercitazione Mare Aperto, seconda edizione annuale del maggior evento addestrativo della Marina Militare, che vede impegnate forze appartenenti a 5 nazioni Nato tra navi e sottomarini, velivoli, elicotteri, oltre ai reparti anfibi della Brigata Marina San Marco, gli incursori e subacquei del Comsubin.

In mare, sotto la superficie del mare, per aria e su terra saranno impiegati circa 4.000 militari e più di 45 unità tra navi e sottomarini.

Le Forze della Squadra Navale si eserciteranno fino al 27 ottobre, insieme a quelle dell’Alleanza Atlantica e di alcune Marine estere, operando negli spazi marittimi compresi tra Adriatico, Ionio, Tirreno e Canale di Sicilia. Un complesso e articolato contesto addestrativo, sviluppato anche nelle dimensioni innovative e sempre più importanti dello spazio e della cyber-security.

L’esercitazione, diretta dal Comando in capo della Squadra Navale imbarcato sulla portaerei Cavour, vedrà l’evoluzione di uno scenario realistico progettato in continuità con quello dell’edizione precedente. Le forze in campo – sotto la guida degli staff delle diverse Divisioni Navali, della Brigata Marina San Marco e dei Comandi delle Componenti Specialistiche della Marina – si cimenteranno in attività di combattimento ad alta intensità, lotta contro minacce convenzionali e asimmetriche, raid su siti costieri d’interesse, sicurezza marittima, controllo e bonifica dei fondali, prevenzione e contrasto di traffici illeciti.

I ROV per difendere gasdotti e cavi sottomarini

Le esplosioni ai due importanti gasdotti Nord Stream che collegano la Russia all’Europa hanno fatto sì che le preoccupazioni si riversassero in tutto ciò si trovi sott’acqua: tra questi gasdotti ma anche cavi internet sottomarini.

Secondo quanto riporta IlSole24ore, la Marina Militare si starebbe esercitando con Multipluto, un ROV (remote operated vehicle) in grado di andare tra i 2mila e i 4mila metri di profondità. In azione da giorni insieme al Pluto Gigas: più grande, pesa 600 chili, il Multipluto soltanto 50 kg.

L’utilizzo dei ROV, mezzi cacciamine con una grande capacità di ispezione dei fondali, è mirato all’ispezione, identificazione, campionamento e manipolazione di materiali e oggetti sul fondo del mare, dei mezzi strategici di fronte all’escalation della guerra in Ucraina.

Proprio ieri il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, al simposio internazionale delle Marine in corso a Venezia, ha rilevato come “assume rilevanza la dimensione underwater per la presenza di infrastrutture critiche civili come i corridoi per l’approvvigionamento energetico e i cavi di trasmissione dati. Sempre più vulnerabili e sempre più meritevoli di attenzione”.

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