Quella di cui vi raccontiamo oggi è una notizia italiana che non ha avuto molta risonanza nei media locali, forse perché i temi che la riguardano sono considerati “da addetti ai lavori”. Certo è però che per i frequentatori del nostro blog il sapore di quel che stiamo per raccontare è storico, poiché l’argomento è da sempre molto sentito: le licenze open-source.
Prima di tutto la notizia: per la prima volta nella storia un tribunale italiano, precisamente quello di Venezia, ha riconosciuto ed applicato i principi della licenza GPL (versione tre in questo caso) in merito ad una causa legale.
La causa era tra Ovation S.r.l., un’azienda che sviluppa un software chiamato Dynamic.ooo (uno dei plugin più famosi di WordPress per Elementor, componente che serve a creare contenuti) e due suoi ex dipendenti, i quali dopo l’uscita dall’azienda hanno continuato a distribuire il software (azione consentita dalla licenza GPL), ma senza citare i cambiamenti fatti e senza menzionare il detentore originale dei diritti, ossia i creatori del software originale, cosa chiaramente richiesta dalla licenza GPL.
Se di primo acchito questa potrebbe sembrare una notizia di poco rilievo, e di certo la colpa imputata agli accusati non ha il sapore dello scandalo, sarà l’impatto di questa decisione della corte veneziana a fare molto rumore. È la prima volta che il valore legale della licenza GPL viene riconosciuto a tutti gli effetti all’interno di un tribunale italiano.
Per quanti seguono il blog è certamente una notizia da telegiornale (ed intorno al mondo ne parlano qui e qui ad esempio), ma siamo quasi certi che al TG1 saranno altri i temi trattati. La sostanza però non cambia, il giudice ha stabilito che:
- I due ex dipendenti per continuare a distribuire il software (che si chiama E-addons) dovranno rimuovere da questo tutte le righe che facevano parte del software originale da cui di fatto deriva (Dynamic.ooo – Dynamic Content for Elementor) entro sette giorni.
- Per ogni giorno che passerà senza che le linee verranno eliminate dovranno essere pagati 100 euro per i primi 14 giorni e poi 300 per ciascuno dei giorni successivi.
- La sentenza dovrà essere pubblicata (a doppi caratteri rispetto al normale) tanto sul sito ufficiale quanto sulla pagina facebook di produttori di E-addons (ed in effetti la pagina è già disponibile qui).
- I due ex dipendenti dovranno verare la somma di euro 5.000,00 a risarcimenti, euro 545,00 a spese, nonché il 15% in spese generali, IVA inclusa e CPA.
Insomma, nella sostanza i contravvenienti dovranno rimuovere e pagare tutto ai detentori del copyright stabilito dalla GPL.
E, in tutta onestà, ci sembra una sentenza giusta.
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.