Se solamente qualche giorno fa ricordavamo quanto il progetto Debian fosse un simbolo per tutto il movimento open-source ed in particolare per tutte le distribuzioni Linux community driven, e di come la sua natura democratica facesse bene al mondo, oggi siamo raccontare di come quel mondo sia popolato anche da speculatori che di libertà e democrazia non hanno capito assolutamente nulla.
Partiamo dall’inizio, ossia il messaggio pubblicato nella sezione News del sito Debian.org intitolato Statement on Daniel Pocock nel quale viene raccontata dell’indebita registrazione del marchio Debian in Svizzera da parte della società di un ex sviluppatore Debian (Pocock, appunto) che, come indica il progetto, dal 2018 conduce una pesante campagna diffamatoria contro Debian.
Il messaggio prosegue raccontando di come il progetto Debian abbia intrapreso azioni vigorose per proteggere i suoi marchi e interessi in tutto il mondo.
Nel novembre 2023, a seguito di un’azione legale intentata da Debian, il Tribunale cantonale del Canton Vaud ha stabilito che la registrazione del marchio DEBIAN in Svizzera da parte di Open Source Developer Freedoms SA (OSDF, società fondata da Pocock che prima si chiamava Software Freedom Institute SA) era un appropriazione indebita del marchio Debian, in quanto quest’ultimo è ben noto e affermato nel settore IT a livello mondiale.
Contro la sentenza non è stato proposto appello.
Non solo, il tribunale ha ordinato il trasferimento della registrazione del marchio svizzero all’organizzazione fidata del progetto Debian, Software in the Public Interest (SPI), con le spese processuali a carico di Pocock. All’entità OSDF è stato inoltre ordinato di pubblicare la sentenza sul proprio sito web.
Tutto è bene quel che finisce bene? Per nulla, perché prima che la sentenza definitiva del tribunale potesse pronunciarsi, OSDF ha annullato la registrazione del marchio ed è successivamente entrata in liquidazione senza avvisare SPI e senza pagare le spese del processo.
Come conclude l’articolo, ad oggi, Pocock non ha rispettato nessuna delle ordinanze del tribunale e Debian è stata ovviamente costretta ad avviare un’azione di recupero per i costi sostenuti.
Inoltre tra il 2020 ed il febbraio di quest’anno sono sorti almeno quattordici domini che contravvengono a questo pronunciamento. Tutti, guarda caso, registrati e facenti capo a Pocock, per i quali il progetto Debian ha chiesto il trasferimento a SPI.
Questa storia se da un lato enfatizza la serietà e l’assoluta dedizione del progetto Debian nei confronti dei propri utenti e dei propri ideali, dall’altro evidenzia come di persone senza scrupoli sia pieno il mondo, anche quello informatico.
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
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