Ransomware, LockBit 3.0 contro l’Agenzia delle Entrate. Indagini in corso

1 year ago 182

Se l’attacco contro l’Agenzia delle Entrate sarà confermato, può rappresentare uno degli incidenti più gravi subiti dalle agenzie governative italiane.

Un attacco informatico potrebbe aver bucato i sistemi dell‘Agenzia delle Entrate. Lo ha annunciato oggi nel dark web LockBit, il gruppo di cyber criminali specializzati in attacchi ransomware.

#Ransom | #Ransomware#Lockbit 3.0 vs. @Agenzia_Entrate 🤨
🔹 https://t.co/FmzSgh8AgG pic.twitter.com/A3Zf8KlX4l

— Claudio (@sonoclaudio) July 25, 2022

La cyber gang ha annunciato che l’Agenzia ha cinque giorni di tempo per pagare il riscatto e riavere 78 gigabyte di dati rubati che comprendono documenti, scansioni, rapporti finanziari e contratti che in caso contrario saranno presto resi pubblici.

banner

Al momento sono al lavoro Polizia Postale e i tecnici informatici dell’Agenzia anche se, secondo quanto si apprende, sono in corso tutti gli approfondimenti al termine dei quali sarà inviata una informativa all’autorità giudiziaria.

In un comunicato stampa l’Agenzia delle Entrate precisa di aver immediatamente chiesto un riscontro e dei chiarimenti a SOGEI, società pubblica interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che gestisce le infrastrutture tecnologiche dell’amministrazione finanziaria e che sta effettuando tutte le necessarie verifiche.

Cristian Lucci (Sharelock): “I dati, se divulgati, potranno essere utilizzati per successivi attacchi mirati basati sullo scambio di identità”

“Se confermato, l’attacco all’Agenzia delle Entrate rientrerà nella sempre più ricca collezione di vittime famose di LockBit che ormai, da inizio anno, ha raggiunto il primato di gruppo criminale più attivo a livello mondiale con i suoi attacchi ransomware a doppia estorsione”, spiega a Cybersecurity Italia Cristian Lucci, CEO, Sharelock.

“Le identità sono ormai il mezzo principale di accesso per più dell’80% delle violazioni, sono l’obiettivo principale della stragrande maggioranza degli attacchi e sono i gioielli della corona da difendere a tutti i costi. Questo attacco – aggiunge Lucci – non è grave solo perché dimostra ancora una volta quanto c’è ancora da fare in ambito cybersecurity per la nostra PA, ma perché quei dati, se divulgati, potranno essere utilizzati per successivi attacchi mirati basati sullo scambio di identità e, nei casi estremi, anche come leva per creare dissenso e tensioni tra stati con atti di cyberterrorismo. C’è bisogno di un cambio di passo sia a livello culturale che a livello tecnologico”.

Lockbit: una delle cyber gang più attive e pericolose

La banda è attiva almeno dal 2019 e oggi è una delle bande di ransomware più attive. A fine giugno 2022 il gruppo che controlla LockBit ha annunciato il lancio della terza versione del ransomware, LockBit 3.0, la versione che sarebbe stata utilizzato per attaccare Agenzia delle Entrate.

Stando a un’analisi elaborata da Cyble, il 33,3% delle vittime di LockBit sono soggetti che erogano servizi bancari, finanziari e assicurativi; seguono con il 22,2% le aziende che forniscono servizi professionali alla clientela.

LockBit è il ransomware più veloce a crittografare i file degli utenti per poi chiedere un riscatto in denaro ed è gestito da un gruppo che si serve di “tattiche” particolarmente avanzate per massimizzare la diffusione del malware e migliorarne di continuo le capacità di aggressione nonché le abilità che gli consentono di rimanere “under-the-radar“.

Per capire in che modo opera l’organizzazione “dietro” a LockBit, basti pensare che gli autori di questo ransomware assoldano collaboratori infedeli promettendo ricompense milionarie e a fine giugno 2022 hanno avviato il primo programma bug bounty. Si tratta della prima iniziativa con cui LockBit “premia” i ricercatori di sicurezza con ricompense da 1.000 a 1.000.000 dollari.

Recentemente in Italia la cyber gang aveva bucato i sistemi informativi dell’Usl 6 Euganea riuscendo a rubare esiti di tamponi, cedolini, buste paga, linee guida, esiti di esami e protocolli di cura.

Read Entire Article