Sanità, in Italia per il 41% dei leader indica come priorità assoluta la cybersecurity

1 year ago 223

Il 41% dei leader della sanità indica come priorità assoluta la cybersecurity e la privacy dei dati. Un percentuale significativamente più alta di quella registrata in Europa (21%) e a livello mondiale (20%), probabilmente influenzata dai gravi episodi di data breach verificatisi in Italia durante l’ultimo anno.

È il dato emerge dal Future Health Index 2022, condotto da Philips in 15 Paesi, che analizza prospettive e priorità, attuali e future, per i leader della sanità.

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I leader della sanità devono far fronte in primis a una significativa carenza di personale, quantificabile in 15 milioni di professionisti entro il 2030, che necessita anche di una maggior formazione sulle tecnologie sanitarie digitali, il problema della sicurezza dei dati e la tutela della privacy. 

IA, fascicolo sanitario elettronico e telemedicina le priorità di investimento

Lo studio evidenzia come, sebbene fascicolo sanitario elettronico (55%) e telemedicina (45%) rimangano tra le priorità, per il 67% dei leader italiani della sanità l’IA è già al primo posto, rispetto al 60% a livello globale e al 56% in Europa. 

Nel prossimo futuro, anche grazie al PNRR, che prevede uno stanziamento di circa 20 miliardi di euro per il rafforzamento delle infrastrutture tecnologiche, l’intelligenza artificiale si stima continuerà a crescere. L’85% dei leader della sanità in Italia afferma sarà la loro principale priorità di investimento nei prossimi tre anni, rispetto al 78% a livello globale e al 72% in Europa.

L’attesa rivoluzione digitale della sanità non può che passare anche dalla standardizzazione e valorizzazione dei dati. I leader italiani della sanità dimostrano di averne piena coscienza, tanto che attualmente circa due terzi di coloro che lavorano in ambito clinico (68%) e operativo (65%) affermano di raccogliere e archiviare dati. I dati in ambito clinico vengono utilizzati per elaborare analisi descrittive (53%) e predittive (49%). In generale, la fiducia nell’utilizzo dei dati è alta. Due terzi (66%) ritengono che le proprie strutture dispongano della tecnologia necessaria per sfruttarne appieno il potenziale, e il 78% si sente sicuro dell’accuratezza dei dati a sua disposizione, un risultato nettamente superiore alla media europea (66%) e globale (69%).

Sicurezza e privacy dei dati preoccupano maggiormente

Non mancano però gli ostacoli sul percorso della sanità data-driven. I principali timori sono legati alla sicurezza e alla privacy dei dati (32%), seguiti dalla difficoltà di gestire grandi volumi di dati (28%) e dalla mancanza di competenze del personale (27%), spiega il report. Per favorire un utilizzo efficace dei dati, secondo il 34% dei leader italiani della sanità bisognerebbe ripensare la ridistribuzione dei budget di investimento. Un dato nettamente superiore a quello dei colleghi europei (22%) della media globale (21%).                                                   

Cybercrime: a maggio l’Italia 1° in Europa e 6° al mondo per attacchi ransomware

I manager della sanità fanno bene ad essere preoccupati dalle crescenti minacce cyber che, in modo particolare, stanno colpendo il nostro Paese. Secondo l’ultimo report di Trend Micro, l’Italia è il Paese più colpito in Europa e il sesto al mondo con una percentuale di attacchi subiti del 4,44%.

Le prime posizioni di questa classifica mondiale vedono Stati Uniti (19,82%), Turchia (12,13%), Giappone (5,81%), Taiwan (5,73%) e India (5,71%). I ransomware restano una minaccia globale: proprio pochi giorni l’Fbi e le autorità Usa hanno lanciato una minaccia per un nuovo virus che si chiama Maui e colpisce le strutture sanitarie. Al momento sta agendo solo negli Stati Uniti.

Per quanto riguarda i malware, secondo lo studio, l’Italia è prima in Europa e quinta al mondo. Questa la lista dei primi cinque paesi con il numero di attacchi intercettati: Giappone (127.120.942), Stati Uniti (77.384.579), India (24.534.066), Brasile (22.617.407), Italia (17.396.690).

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