E’ la proposta lanciata dal Sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè: “Il ransomware deve terrorizzare la politica e le istituzioni: per me è come il pizzo mafioso. Per questo dobbiamo creare ora e adesso un nucleo operativo che sappia intervenire e risalire ai criminali”.
“Vorrei lanciare una proposta che guardi in maniera virtuosa a quella partnership pubblico-privato che vogliamo valorizzare per la sicurezza nazionale del nostro Paese: ipotizzare sgravi fiscali per le imprese che investono e producono nel settore della sicurezza informatica può essere una leva non solo economica ma di sicurezza, che permetta all’Italia di guardare al domani senza timore”.
E’ la proposta lanciata dal Sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, durante il suo intervento di apertura della tavola rotonda “Opportunità di crescita e internazionalizzazione del comparto cyber nazionale” alla XII conferenza nazionale sulla Cyber Werfare.
“Il ransomware deve terrorizzare la politica e le istituzioni: per me è come il pizzo mafioso. E per questo dobbiamo creare ora e adesso un nucleo operativo che sappia intervenire e risalire ai criminali”, ha aggiunto Mulè. “Non solo, dobbiamo avere la consapevolezza che non bisogna pagare questi estortori. Una consapevolezza che non è solo sulla minaccia che ci troviamo da affrontare ma anche sulla formazione, sull’innovazione tecnologica, sulle competenze che rendono il nostro Sistema Paese sicuro”.
Giorgio Mulè: “Parole di Draghi tracciano strada chiara su difesa europea e sicurezza nazionale”
Durante il suo intervento il Sottosegretario Mulè ha inoltre commentato a favore le parole di ieri del presidente del Consiglio, Mario Draghi, su come rafforzare la politica estera europea, anche per fronteggiare nuove minacce come quelle cibernetiche.
“Intendiamo adottare la ‘Bussola strategica’ a marzo 2022. Questa dovrà servire da stimolo per rafforzare la politica estera europea. Servono innanzitutto meccanismi decisionali efficaci in materia di politica estera, di sicurezza e difesa, a partire dal superamento del principio dell’unanimità, che troppo spesso rallenta l’azione europea”, ha ammonito ieri Draghi. “Anche i processi di analisi delle minacce e di intelligence da parte delle Agenzie degli Stati membri”, ha aggiunto, “devono seguire processi più strutturati e rigorosi.
Il premier italiano vuole innovare anche a Bruxelles le regole per legiferare in fretta e per cercare di trovare soluzioni politiche ai diversi problemi comuni che interessano gli Stati dell’Unione e del resto del mondo, come gli attacchi informatici che possono mettere a rischio le infrastrutture critiche e strategiche dei Paesi. Per questo motivo Draghi consiglia all’Ue di intensificare il partenariato con la NATO.
“Le parole del presidente Draghi in vista del prossimo Consiglio Europeo tracciano una strada chiara avendo oramai maturato che la minaccia che incombe è reale sia in ambito Nato che nazionale. Diventa sempre più necessario ed urgente mettere a sistema non solo capacità difensive ma anche di deterrenza affinché istituzioni pubbliche, imprese e asset strategici nazionali siano capaci di difendersi da minacce sempre più aggressive e pericolose per la sicurezza nazionale”, ha aggiunto il sottosegretario.
“Dobbiamo anche avere l’ambizione – ha proseguito Mulè – di uniformare le legislazioni dei paesi europei per intervenire insieme, come soggetto unico, in caso di attacchi Cyber. Il governo in questo senso sta facendo molto per affrontare tale sfida ma dobbiamo avere chiaro in mente che “il nemico“ vuole che ci sia divisione e autoreferenzialità. Per questo dobbiamo andare nella direzione intrapresa e richiamata dal presidente Mario Draghi di avvicinarci a un’autentica difesa europea e favorire la costruzione di una cultura strategica comune”.