Stoltenberg (NATO): “Il cyberspace non è il wild west. Più cooperazione tra gli alleati”. E loda l’Italia

2 years ago 209
Al vertice NATO alla Farnesina sulla cooperazione cyber, il segretario generale Jens Stoltenberg indica il nostro Paese e gli Usa come “esempi nella cyber defence”. Per l’Italia ha apprezzato la strategia dell’ACN con le sue diverse iniziative e la strategia cloud.

“La nostra cooperazione nella cybersecurity deve espandersi. Il cyberspazio non deve essere il ‘wild west’ dove tutti sono liberi. I diritti fondamentali, le leggi e le sue applicazioni valgono online come offline. E le minacce cyber sono reali e in crescita”, ha affermato questa mattina il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg alla “NATO Cyber Defence Pledge Conference 2022”, che si tiene a porte chiuse alla Farnesina. 

Sono stati visibili a tutti, in streaming, solo tre interventi: il suo e quelli di Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Esteri italiano, e di Anne Neuberger, Vice Consigliere per la Sicurezza Nazionale con delega alla Cybersicurezza e alle Tecnologie Emergenti presso il Consiglio per la Sicurezza Nazionale alla Casa Bianca.

Stoltenberg ha indicato 3 azioni agli alleati

E allora come rispondere alle continue minacce cyber di matrice statuale e non statuale nei confronti di Paesi NATO per una difesa collettiva?

Stoltenberg ha indicato 3 azioni agli alleati:

  • Più investimenti in cybersecurity
  • Sviluppare più competenze nel settore
  • E più Cooperazione nel cyberspazio tra i Paesi NATO.

Inoltre, Stoltenberg ha indicato il nostro Paese e gli Usa come “esempi nella cyber defence”. Per l’Italia ha apprezzato la strategia dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale “con le sue diverse iniziative” e la strategia cloud.

La necessità di rafforzare la cooperazione cyber tra gli alleati è il tema principale del vertice oggi qui a Roma.

La critica alla NATO da Anne Neuberger (Casa Bianca)

Fino ad oggi c’è stata, come ha ricordato Stoltenberg, per l’Ucraina, ma non è stata, invece, efficace per quanto riguarda il cyber attacco nei confronti dell’Albania da parte dell’Iran. Su quest’ultimo caso è stata mossa la critica alla NATO da Anne Neuberger: “Le minacce cyber si evolvono con le moderne tecnologie e la NATO si è evoluta in modo coerente, ma deve essere più agile nel fornire supporto tecnico se uno Stato alleato è colpito da un cyber attacco significativo”.

“La NATO”, ha ricordato Neuberger, “in quel caso si è mossa rapidamente per fornire un supporto alla risposta e un sostegno politico a Tirana. Ma la realtà è che non siamo stati agili quanto avremmo potuto nel fornire questo sostegno tecnico diretto, che era necessario. E tuttavia devo sottolineare che questo sostegno è stato storico”.

Invece nel caso dell’Ucraina il sostegno NATO anche per il cyberspazio è stato efficace, ha sottolineato il segretario generale.

“Nelle ore immediatamente precedenti a quella in cui le forze russe hanno superato il confine, cyberattacchi hanno colpito il governo ucraino, i dipartimenti, i militari e i servizi d’emergenza. La rete satellitare Viasat è stata messa offline, tagliando le comunicazioni tra la polizia, i militari e i servizi d’intelligence”, ha ricordato il capo della NATO, segnalando che questi cyberattacchi sono poi continuati anche in seguito fino a colpire le infrastrutture energetiche.

I cyber attacchi al sistema ferroviario non hanno tentato di distruggere solo i trasporti per gli approvvigionamenti militari al fronte, ma sono stati anche aggressioni ai cittadini ucraini”, ha proseguito. 

Tuttavia, i russi “ci hanno provato, ma hanno fallito“, ha detto ancora Stoltenberg. “Hanno fallito – ha spiegato – sia perché l’Ucraina ha dimostrato di essere un formidabile avversario sia grazie al forte sostegno della Nato. Avevamo lavorato per rafforzare le cyber-difese dell’Ucraina per anni, con training, informazioni e condivisione d’intelligence”.

“L’Ucraina”, ha aggiunto, “può accedere alla piattaforma sui malware e ricevere risposte in tempo reale dai nostri esperti”.

Un cyber attacco a un alleato è un attacco a tutti gli alleati” 

La NATO stessa deve essere vista come una piattaforma, ha spiegato il segretario generale agli alleati, in cui “condividere le informazioni, le migliori best practises e considerare una risposta collettiva”.

La guerra russa-ucraina ha fatto cambiare la cyber posture agli alleati: non è più sufficiente né la difesa cibernetica né la resilienza cibernetica, è giunto il momento di pianificare processi per avviare anche contro-attacchi cyber o valutare anche di fare “strike”, di colpire l’avversario quando sono a rischio le infrastrutture critiche di un Paese alleato, come prevede la visione cyber del Dipartimento della Marina Usa. In Italia è possibile già dal 10 agosto scorso il contrattacco cyber.

Oggi dal vertice della Farnersina gli alleati dovranno trovare l’accordo per standardizzare dei processi digitali di assistenza per avere benefici per tutti. Quindi definire in modo chiaro e pratico quando e come garantire un supporto tecnico a un Paese alleato vittima di un cyber attacco.

Perché, ormai si sa, i cyberattacchi possono innescare l’articolo 5 del Trattato Atlantico, cioè la difesa collettiva tra gli alleati Nato. 
“Un attacco a un alleato è un attacco a tutti gli alleati”, ha spiegato Stoltenberg oggi a Roma. “Quello cyber – ha proseguito – è un dominio di operazioni simile alla terra, il mare, il cielo e lo spazio“.

La cyber è uno sport di squadra”

Quindi occorre più cooperazione tra gli alleati, perché, come ha ricordato il vice ministro degli Esteri Edmondo Cirielli, nel suo intervento di apertura alla conferenza, “La cyber è uno sport di squadra”. 

“La minaccia cyber è intrinsecamente asimmetrica e dobbiamo quindi fare squadra e difenderci insieme nei momenti di crisi”, ha spiegato Cirielli, anticipando che “oggi saranno discussi nuovi strumenti per promuovere ulteriore integrazione delle nostre cyber capacità per mitigare questa asimmetria”.

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