Amazon sotto accusa: dati dei venditori terzi usati impropriamente

2 years ago 225

Amazon potrebbe essere finita nuovamente sotto la lente dalla Securities and Exchange Commission (SEC), stando a quanto riferito da un nuovo rapporto del Wall Street Journal. Anche in questo caso le motivazioni dell'indagine sono da ricondurre a criticità già evidenziate in passato, ovvero l'utilizzo improprio che Amazon fa dei dati dei venditori di terze parti.

Secondo le accuse, infatti, Amazon utilizza queste informazioni - a cui solo lei può accedere - al fine di copiare i prodotti più venduti sulla sua piattaforma per proporli attraverso i suoi brand (Amazon Basics, Elements, Wag e molti altri) a prezzi ancora più concorrenziali rispetto a quelli che può fare un qualsiasi produttore terzo.

Questo può avvenire in quanto Amazon ricopre contemporaneamente due ruoli: da un lato è un venditore di prodotti, dall'altro è anche la proprietaria della piattaforma di vendita, quindi può accedere ad una quantità di informazioni incredibilmente vasta su ogni tipologia di prodotto venduto, fatto che dona all'Amazon venditore un vantaggio competitivo impossibile da colmare.

 copia i prodotti di successo e manipola i dati di ricerca

Mobile 14 Ott

Oltre a ciò, ricordiamo che Amazon impone anche accordi di esclusività del prezzo per chiunque venda sulla sua piattaforma (un venditore non può offrire un prezzo più basso fuori da Amazon per lo stesso prodotto, nemmeno sul suo store), altro elemento che dona all'azienda un vantaggio per quanto riguarda il controllo della concorrenza anche al di fuori dello store.

Secondo quanto riferito, Amazon ha smentito le accuse e ha svolto indagini interne sulla questione, tuttavia non ha mai pubblicato i risultati di quanto emerso, rifiutandosi persino di condividerli con il Congresso degli Stati Uniti. Amazon afferma che i dati in suo possesso vengono utilizzati solo in buona fede, tuttavia questo genere di accuse sta continuando ad emergere con sempre maggior frequenza presso le corti degli USA e non solo.

IL PROBLEMA FONDAMENTALE DI AMAZON, MA NON SOLO

Le continue indagini ai danni delle grandi aziende del tech stanno mettendo sempre più in evidenza come il modello degli store digitali - sia che si occupino di beni fisici o immateriali - rappresenti un grosso pericolo per la concorrenza. Questo non vale solo per Amazon, in quanto pure negozi digitali come App Store e Play Store soffrono di problematiche simili, ovvero essere controllati da aziende che li utilizzano anche per proporre i propri prodotti, ottenendo una posizione di vantaggio rispetto a tutti gli altri concorrenti.

Tale vantaggio si manifesta sotto diverse forme, dalla possibilità di studiare ogni mossa della concorrenza - avendo accesso a dati di cui quest'ultima non dispone -, a quella di poter offrire lo stesso servizio ad un prezzo minore perché - di base - non si è soggetti alla stessa trattenuta sui ricavi che un soggetto terzo deve pagare.

Il fatto che chi vende sia anche proprietario di una piattaforma - e quindi ne decida arbitrariamente le regole - che agisce in condizione di oligopolio rappresenta una distorsione evidente del mercato, dal momento che quest'ultimo non è più libero di agire secondo le regole tradizionali, bensì è soggetto ad alterazioni date, ad esempio, dalla presenza di algoritmi che favoriscono esclusivamente una delle parti in gioco.


Ovviamente questo è un discorso che vale nel momento in cui la piattaforma in questione è così grande e influente da poter essere considerata quasi senza alternative. App Store è l'unico store disponibile su iOS, mentre Play Store non lo è, ma la sua influenza nell'ecosistema Android non rende assolutamente paragonabili tutte le altre alternative; non esserci sul Play Store equivale a non esistere in ambito Android.

Allo stesso modo anche la predominanza di Amazon nel mondo dell'e-commerce ha reso il suo store impossibile da ignorare per chiunque voglia vendere i propri prodotti online, motivo per cui l'azienda è sotto la lente di diversi enti regolatori in tutto il mondo, sempre per le stesse motivazioni. Probabilmente l'unica soluzione credibile a questa criticità consiste nel rendere indipendenti le piattaforme rispetto ai venditori, al fine di porre tutti sullo stesso livello e per fare in modo che non ci sia un super venditore in grado di decidere le regole per sé e per la concorrenza.


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