Android: Google punta a ridurre i consumi delle app in background

2 days ago 51

Uno dei problemi più comuni sperimentato dagli utenti Android è il fastidioso consumo eccessivo e apparentemente inspiegabile della batteria. Frequentemente, la causa di ciò è un'applicazione che, operando in background, adotta comportamenti anomali, ma sembra che Google stia lavorando ad una soluzione per identificare meglio i potenziali colpevoli.

L'azienda ha infatti annunciato l'introduzione graduale di nuovi strumenti destinati agli sviluppatori, proprio per aiutarli a identificare e risolvere il problema del drain in stand-by. Il primo passo è l'introduzione di una nuova metrica, attualmente in fase beta, focalizzata sui cosiddetti "wake lock" eccessivi, riconosciuti come una delle principali fonti di dispendio energetico non necessario. Vediamo di cosa si tratta:

IL PROBLEMA DEI WAKE LOCK

Per chi fosse poco pratico della questione, ricordiamo che i wake lock sono meccanismi a livello di sistema operativo Android che consentono a un'applicazione di mantenere attivo il processore o altre componenti del dispositivo, impedendogli di entrare in modalità deep sleepo, anche quando lo schermo è spento. Esistono utilizzi perfettamente legittimi per i wake lock, come garantire la riproduzione musicale continua o il tracciamento della posizione GPS, tuttavia, un loro utilizzo scorretto, specialmente quando un'app li mantiene attivi per lunghi periodi in background senza una funzione essenziale visibile all'utente, può compromettere seriamente la durata della batteria.

LA SOLUZIONE DI GOOGLE

La nuova metrica implementata da Google all'interno della dashboard Android Vitals, accessibile dalla Play Console per sviluppatori, mira a individuare proprio questi abusi. Nello specifico, segnala le applicazioni che detengono un wake lock per più di 3 ore nell'arco di 24 ore, ma esclusivamente quando l'app si trova in background e non ha associato un servizio attivo in primo piano che ne giustifichi l'operato. Google sottolinea che questo specifico comportamento è alla base di una parte significativa delle lamentele degli utenti riguardo all'autonomia dei loro dispositivi.

Questo nuovo strumento diagnostico offre agli sviluppatori un metodo più chiaro e oggettivo per rilevare questo tipo di inefficienza energetica all'interno delle proprie app e per intervenire correggendola prima che il problema si diffonda su larga scala tra gli utenti. Oltre a ciò, Google ha reso noto di stare collaborando attivamente con i principali produttori di hardware, citando ad esempio Samsung, per stabilire una definizione più uniforme e condivisa di cosa costituisca una "buona performance delle applicazioni" sui diversi dispositivi Android.

L'obiettivo finale di questa collaborazione è facilitare il compito degli sviluppatori nel creare app efficienti che funzionino in modo ottimale su un'ampia varietà di smartphone e tablet, indipendentemente dal marchio, andando oltre i risultati ottenuti sui soli dispositivi usati per i test interni.

L'EFFICIENZA AL CENTRO DI UN PIANO PLURENNALE

L'introduzione della metrica sui wake lock è presentata da Google come la fase iniziale di un piano pluriennale più ambizioso. L'intenzione è quella di fornire agli sviluppatori insight sempre più dettagliati su come le loro applicazioni si comportano effettivamente nell'uso reale quotidiano e in futuro, l'azienda prevede di introdurre ulteriori metriche focalizzate su altri aspetti critici delle prestazioni e del consumo energetico. Si sta persino valutando la possibilità di integrare queste metriche nel Play Store, magari per evidenziare in qualche modo agli utenti finali le applicazioni che dimostrano una migliore ottimizzazione.

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Al momento, la metrica per il rilevamento dei wake lock eccessivi rimane in fase beta e Google sta invitando gli sviluppatori a utilizzarla tramite Android Vitals e a fornire feedback preziosi per contribuire al suo perfezionamento e alla sua futura evoluzione. Se questo sforzo avrà successo, i benefici potrebbero essere tangibili sia per gli sviluppatori, dotati di strumenti più efficaci, sia per gli utenti, che potrebbero finalmente godere di una maggiore autonomia sui propri dispositivi Android.


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