Le tecnologie informatiche fornite da aziende legate alla Federazione Russa sono rischiose per l’Italia dal punto di vista della sicurezza informatica in questo momento storico di conflitto scatenato dal Cremlino. È il senso della prima raccomandazione ufficiale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, dopo aver effettuato l’analisi su antivirus e software realizzati da società legate alla Russia.
Di seguito la raccomandazione dell’ACN, sentito il Nucleo per la Cybersicurezza
“L’evoluzione della situazione internazionale e del quadro geopolitico che ne consegue ha fatto emergere nuovi elementi che hanno ridefinito lo scenario di rischio tecnologico. Ciò ha reso, in particolare, opportuno considerare le implicazioni di sicurezza derivanti dall’utilizzo di tecnologie informatiche fornite da aziende legate alla Federazione Russa”. È quanto sottolinea l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, sentito il Nucleo per la cybersicurezza, in una raccomandazione su “crisi Ucraina, analisi del rischio tecnologico e diversificazione”.
“A tal riguardo, ad oggi, non vi sono evidenze oggettive dell’abbassamento della qualità dei prodotti e dei servizi tecnologici forniti. Ciononostante, in tale crescente livello di conflitto internazionale, non si può prescindere da una rivalutazione del rischio che tenga conto del mutato scenario e che consideri la conseguente adozione di misure di mitigazione – osserva l’Agenzia – Tra tali tecnologie, particolare rilevanza assumono quelle di sicurezza informatica per l’elevato livello di invasività rispetto ai sistemi su cui operano. Stante la necessità di disporre di tali soluzioni tecnologiche nelle infrastrutture digitali in uso, non si esclude che gli effetti del conflitto ne possano pregiudicare l’affidabilità e l’efficacia, in quanto potrebbero ad esempio influire sulla capacità delle aziende fornitrici legate alla Federazione Russa di assicurare un adeguato supporto ai propri prodotti e servizi”.
Quindi l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, sentito il Nucleo per la cybersicurezza, raccomanda:
- “di procedere urgentemente ad un’analisi del rischio derivante dalle soluzioni di sicurezza informatica utilizzate e di considerare l’attuazione di opportune strategie di diversificazione per quanto riguarda, in particolare, le seguenti categorie di prodotti e servizi:
- sicurezza dei dispositivi (endpoint security), ivi compresi applicativi antivirus, antimalware ed endpoint detection and response (Edr);
- web application firewall (waf);
- protezione della posta elettronica; protezione dei servizi cloud; servizi di sicurezza gestiti (managed security service)”.
Infine, l’Agenzia consiglia “in ogni caso, per non indebolire la protezione delle organizzazioni, che durante tale processo di diversificazione non sia mai interrotta la continuità dei servizi di sicurezza”.