Apple pronta alla rivoluzione: app di terze parti su iPhone e iPad e molto altro ancora

1 year ago 164

Nel corso degli ultimi anni, Apple ha notevolmente cambiato la sua politica verso i suoi sistemi operativi più chiusi come iOS e iPadOS, andando a renderli sempre più flessibili e vicini ad un tipo di utilizzo che precedentemente era impensabile su un prodotto della casa della Mela.

Sembra però che la più grande rivoluzione non sia già avvenuta ma, al contrario, sia proprio alle porte, stando a quanto si apprende da un nuovo report di Bloomberg che preannuncia importanti novità per iPhone e iPad. Per la prima volta nella sua storia, sembra infatti che Apple sia finalmente pronta a rendere possibile l'installazione di applicazioni di terze parti, a rendere libero l'accesso al chip NFC dei suoi iPhone, alle sue API più private e persino a permettere di usare motori di rendering web alternativi a WebKit.

LE PRESSIONI DELLA UE HANNO AVUTO SUCCESSO

A sbloccare la situazione pare essere stata l'entrata in vigore del Digital Markets Act, il quale si prepara ad imprimere una svolta importante per tutti gli scenari in cui un'azienda può agire da gatekeeper sui dispositivi e servizi che controlla, andando a limitare la concorrenza. Con il DMA che diventerà effettivo già dalla primavera del 2023, Apple si ritrova ancora una volta - dopo il caso USB-C - a dover fare i conti con la realtà di un'area politica e economica che punta a smantellare il più possibile ogni monopolio in mano alle grandi aziende tech, andando ad imporre regole che massimizzano il libero mercato.

La risposta di Apple - secondo quanto si apprende da Bloomberg - sarà quella di accettare il cambiamento e di andare quindi ad eliminare tutti i paletti tipici di iOS e iPadOS (macOS è molto meno chiuso), a cominciare dalla possibilità di permettere sistemi di accesso alle app alternativi ad App Store. Questo significa una maggiore varietà di applicazioni per i sistemi operativi mobile di Apple, dal momento che verranno meno le limitazioni imposte dall'azienda in fase di revisione delle app proposte su App Store.

Ovviamente ciò si traduce anche in ricavi ridotti per quanto riguarda quelli generati da acquisti in app e dall'acquisto delle stesse, tuttavia abbiamo visto come l'apertura di Android non abbia certo fatto collassare un sistema come il Play Store, nonostante anche Google abbia reso estremamente svantaggioso non essere presenti sullo store ufficiale della piattaforma. Probabilmente anche Apple punterà a qualcosa di simile, ma l'importante è che renda possibile l'utilizzo di una via alternativa, qualora lo sviluppatore o l'utente non voglia per forza ricorrere ad App Store.

NON SOLO APP: I PRINCIPALI CAMBIAMENTI IN ARRIVO

L'effetto del Digital Markets Act non andrà a pesare solo sulla gestione delle applicazioni, ma anche su altri aspetti molto importanti di iOS e iPadOS. Uno dei principali riguarda l'apertura di Apple verso l'utilizzo di altri motori di rendering web su iPhone e iPad, andando quindi a risolvere l'attuale situazione che risulta paradossale e che ha portato diversi sviluppatori (ma anche utenti) a richiedere un cambio di rotta.

Sino ad ora, infatti, tutti i browser web presenti su iOS e iPadOS devono utilizzare WebKit come unico motore di rendering, fatto che rende un Chrome o un Edge qualsiasi delle vere e proprie skin di Safari. I browser di terze parti si comportano proprio come il browser nativo e ciò significa che ogni eventuale incompatibilità di WebKit con un sito web o un elemento dello stesso non può essere superata semplicemente cambiando browser, visto che nella sostanza sono tutti uguali.

L'apertura verso nuovi motori di rendering permetterà quindi agli utenti di utilizzare browser basati su soluzioni come Blink - il motore di Chromium - e qualsiasi altra alternativa che verrà proposta dagli sviluppatori, fatto che renderà finalmente possibile utilizzare il vero Chrome su iOS/iPadOS e così via.


Gli altri cambiamenti riguarderanno l'accesso alle API private di Apple, in modo che sempre più applicazioni e servizi di terze parti possano interfacciarsi nativamente con molti degli elementi hardware e software di iOS/iPadOS, al pari di quanto offerto dalle applicazioni Apple. Ad esempio sarà possibile avere completo accesso al chip NFC al fine di utilizzarlo anche per i pagamenti da parte di servizi che non siano Apple Pay, o persino la possibilità di inserire dispositivi terzi all'interno della rete Dov'è.

QUANDO ARRIVERANNO QUESTE NOVIT

Al momento il report di Bloomberg non ci fornisce dettagli specifici sulle tempistiche con le quali Apple integrerà queste novità sui propri dispositivi, ma è altamente probabile che iOS e iPadOS 17 saranno il primo banco di prova per potersi presentare in regola con le direttive del DMA, dal momento che il rilascio dei prossimi sistemi operativi è atteso per l'autunno del 2023, ovvero proprio a ridosso dei 6 mesi di adeguamento concessi dal momento di entrata in vigore delle regole.

Non è da escludere che qualche primo cambiamento possa avvenire già con le prossime versioni beta di iOS/iPadOS 16, magari per cominciare a lavorare su alcuni aspetti meno radicali e per presentarsi con qualche soluzione già in cantiere ad inizio 2023, ma al momento è troppo presto per saperlo. In ogni caso, il prossimo anno sarà davvero uno spartiacque tra il passato e il futuro di Apple, specialmente per quanto riguarda iPhone.


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