“Nel 2024 76 Paesi del mondo, pari alla metà della popolazione mondiale, andrà al voto e ci sono rischi di interferenze e condizionamenti dei processi elettorali attraverso la minaccia ibrida“. È questo l’allarme principale messo in evidenza dal direttore del Dis, Elisabetta Belloni, alla presentazione della relazione annuale dell’intelligence, alla quale hanno partecipato anche il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica Alfredo Mantovano, il Presidente del COPASIR Lorenzo Guerini, il Direttore di AISE Giovanni Caravelli e il Direttore di AISI Mario Parente.
Nella Relazione sulla politica dell’informazione, curata dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e relativa all’anno 2023, si legge, infatti, “…anche nel 2023 la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese si sono confermate tra i principali attori della minaccia ibrida, in grado di condurre campagne in danno dei Paesi occidentali sfruttando alcune delle caratteristiche sistemiche che connotano le nostre società, quali l’apertura dei mercati e le garanzie di libertà e indipendenza dei media”.
La Relazione spiega ancora “tra i due attori – che impiegano i vettori della minaccia ibrida (afferenti al c.d. spettro DimefiL, ossia Diplomatico, Intelligence, Militare, Economico-Finanziario, Informativo, Legale) differenziandosi per modalità, strategie e obiettivi – in questa fase storica la Russia risulta essere il più attivo, tra l’altro, in ragione del perdurare del conflitto in Ucraina, a sostegno del quale alimenta campagne multivettoriali in danno dell’Italia e dell’Occidente intero”.
“Nell’ultima parte del 2023”, ha notato la nostra Intelligence, “lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas ha portato nuova linfa alle iniziative ibride di Mosca, con un ventaglio di disinformazione narrativa a favore del popolo palestinese”.
“Nel complesso”, conclude la Relazione, “l’Italia e, più generalmente, i Paesi occidentali continuano a dimostrare un buon livello di resilienza sia rispetto al condizionamento dell’opinione pubblica, sia sul versante economico e della tutela degli asset strategici”.
Belloni: “Italia e Ue vogliano essere competitive dalla Cina come chiave di deterrenza alla politica invasiva. Questo non significa chiudere le relazioni e chiudersi al mercato cinese”
Il tema della Cina “oggi è sul tavolo di tutte le democrazie occidentali” e in generale “di tutte le liberal-democrazie. Quando si parla di vulnerabilità della globalizzazione è evidente che la Cina ha trasformato l’interdipendenza economica in ‘overdependence’, portando avanti una politica molto invasiva. Le politiche economiche coercitive della Cina impongono una riflessione sulla vulnerabilità che ne consegue“, ha detto il direttore generale del Dis, Elisabetta Belloni. “ll governo italiano”, ha aggiunto, “ha iniziato a considerare con attenzione questo tema, che non vuol dire chiudere le relazioni con la Cina o con il mercato cinese”. “Significa”, ha concluso, “riconquistare la propria autonomia, si vuole aumentare la competitività dell’Italia e dell’UE anche in campo tecnologico come chiave di deterrenza alla politica invasiva della Cina”.
Infine, sulla Cina è intervenuto anche il Sottosegretario e Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica Alfredo Mantovano: “Non è possibile adottare misure stringenti con Golden Power nei confronti delle tecnologie cinesi e poi vedere degli ok al loro utilizzo. Occorre riportare a una coerenza queste decisioni”.