Bing AI e Bard sarebbero costosissimi per Google e Microsoft

1 year ago 178

Nelle ultime settimane la lotta nel mondo dei motori di ricerca si è spostata nel campo dell'intelligenza artificiale, specialmente per quanto riguarda l'integrazione dei chatbot. Abbiamo visto come Microsoft abbia giocato d'anticipo con l'inclusione di dell'AI di OpenAI all'interno di Bing, mentre Google ha recentemente presentato Bard, un prodotto che è ancora in fase sperimentale e ben lontano dall'essere integrato attivamente nella Ricerca Google.

Sembra però che questa corsa alle AI stia per presentare un conto molto salato, stando a quanto emerge da un nuovo rapporto di Reuters: basare i motori di ricerca web sui chatbot AI potrebbe far aumentare i costi di ben 10 volte rispetto ai metodi tradizionali. La motivazione è molto semplice e va ricercata nel modo in cui funzionano questi servizi, i quali avviano una sessione di chat per ogni ricerca, andando ad impiegare un quantitativo immenso di risorse computazionali.

Questo significa che per implementare dei sistemi AI in grado di sostituire i tradizionali motori di ricerca, è necessario prendere in considerazione potenziali aumenti dei costi che vengono quantificati nell'ordine dei miliardi di dollari, il tutto a causa della necessità di affidarsi ad una rete neurale per produrre un risultato di ricerca che oggi può essere ottenuto in maniera molto più semplice con gli strumenti attuali.

Bing, Microsoft toglie (gradualmente) il limite di utilizzo giornaliero alla chat

Windows 22 Feb

Ovviamente a pagare il costo maggiore sarà certamente Google, dal momento che il suo motore di ricerca processa circa 8,5 miliardi di ricerche al giorno, mentre Bing detiene una quota di mercato di appena il 3%, quindi il costo aggiuntivo di un servizio del genere impatterà in maniera relativa sulle casse di Microsoft. D'altronde è anche per questo che Google ha sempre parlato di un modello più leggero per Bard rispetto a quello che è disponibile sul ben più complesso LaMDA, ma potrebbe non bastare.

Ci si aspetta che l'evoluzione tecnologica del settore - sia sul fronte software che su quello hardware - possa in qualche modo abbassare i costi in un secondo momento, tuttavia le implementazioni iniziali di Bing AI e Bard non saranno del tutto indolori.

C' ANCHE IL PROBLEMA DEI MALWARE

La popolarità di questi strumenti sta avendo anche effetto per quanto riguarda il proliferare di malware legati proprio a questo settore, in particolare all'uso di ChatGPT. Come è ben noto, infatti, il tool di OpenAI è accessibile esclusivamente dal suo sito ufficiale e con delle limitazioni ben precise riguardo il tempo di utilizzo, fortemente legato alla congestione del servizio (non se si paga l'abbonamento Plus).

E sono proprio questi limiti ad essere alla base di un nuovo tipo di attacco che avviene attraverso la distribuzione di malware che promettono l'accesso illimitato a ChatGPT, come evidenziato da un nuovo rapporto di Cyble. I malintenzionati, infatti, millantano di offrire applicazioni per Windows e per Android che dovrebbero consentire di fruire di un servizio simile a quello di ChatGPT Plus, il tutto senza pagare un centesimo.

Ovviamente ciò non accade e le applicazioni in questione sono malware di varia natura, da quelli che iscrivono i malcapitati a servizi in abbonamento premium, a spyware, adware e così via. Il modo migliore per evitare di cascare nella trappola è di ricordarsi che ChatGPT non offre alcuna applicazione, quindi è bene diffidare da chiunque la pubblicizzi.


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