BlackBerry ha interrotto la produzione di smartphone nel 2016, una decisione presa dal CEO John Chen per risollevare le sorti di un'azienda in caduta libera, non capace di competere ad armi pari con la concorrenza. Da lì in avanti si è concentrata sullo sviluppo di software e di servizi per la sicurezza, automotive inclusa. E con la fine dell'era BlackBerry - stiamo parlando di quella "originale", di Waterloo, e non del brand adottato da TCL con cui sono stati venduti successivamente smartphone Android - è finito anche il tempo di BlackBerry OS: la versione 10, l'ultima, era stata accolta con entusiasmo ai suoi tempi, tant'è che nel 2013 un americano su due era intenzionato ad acquistare proprio uno smartphone dell'azienda canadese con BB10 a bordo.
BLACKBERRY VS AZIONISTI
Le cose, lo sappiamo, sono andate diversamente: il sistema operativo non ha attecchito, schiacciato da Android da una parte e iOS dall'altra, e dal 4 gennaio di quest'anno chi ancora aveva uno smartphone BlackBerry OS 7.1 e versioni precedenti o BlackBerry 10 l'ha dovuto riporre per sempre nel cassetto in quanto del tutto inutilizzabile. Mentre l'ultima iterazione del sistema operativo non veniva accolta positivamente dal mercato, la società guidata da John Chen riferiva agli azionisti numeri diametralmente opposti, nascondendo di fatto le "reali prospettive di vendita di BlackBerry 10 [...], con conseguente aumento del prezzo delle azioni" (Reuters).
ACCUSA DI FRODE
Fatto che ha convinto gli azionisti stessi a portare BlackBerry in tribunale, accusandola di frode. La causa risale al 2013 - l'anno del lancio di BlackBerry 10 - e dopo 8 lunghi anni potremmo essere arrivati ad un punto di svolta. L'azienda infatti ha deciso di risolvere la causa negoziando un accordo con gli azionisti stessi, ponendo così fine alla lunga querelle legale. La domanda è stata depositata presso il tribunale federale di Manhattan, e la decisione deve ancora essere formulata dai giudici.