I ricercatori del Children’s Hospital di Filadelfia (CHOP) hanno rivelato in uno studio supportato dal Children’s Oncology Group (COG) che potenziare la chemioterapia con l’aggiunta dell’inibitore del proteasoma bortezomib ha migliorato in maniera importante la sopravvivenza globale nei bambini e nei giovani adulti con linfoma linfoblastico a cellule T di nuova diagnosi (T-LL).
Striscio di aspirato di midollo osseo colorato di Wright di un paziente con leucemia linfoblastica acuta a cellule B precursore. Credito: VashiDonsk/Wikimedia/CC BY-SA 3.0
Si tratta di una ricerca internazionale di fase 3 che ha anche svelato che le radiazioni possono essere eliminate nel 90% dei bambini con leucemia linfoblastica acuta a cellule T (T-ALL) quando il regime chemioterapico viene intensificato.
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