L’ultima volta che avevamo parlato di avvicendamenti dirigenziali in casa Red Hat fu poco dopo il passaggio dell’azienda dal cappello rosso ad IBM. A suo tempo, il passaggio di Jim Whiterust al ruolo di CEO di IBM, aveva comportato l’insediamento di Paul Cormier a CEO di Red Hat e tutto era fluito nella maniera attesa.
O meglio, erano poi seguite di lì a poco le dimissioni, piuttosto inattese, dello stesso Whiterust da CEO di IBM, ma questa possiamo dire essere un’altra storia (che magari riprenderemo in futuro per chiederci cosa faccia ora il buon Jim). Il corso delle cose in Red Hat era, come dicevamo, proseguito secondo i piani proclamati in fase di acquisizione: totale indipendenza da IBM e consolidamento di posizione dominante in ambito hybrid cloud.
Eccoci quindi alla nostra notizia, martedì 12 luglio Red Hat ha annunciato il nuovo CEO che prenderà il testimone da Cormier: Matt Hicks.
Queste le sue prime dichiarazioni:
There has never been a more exciting time to be in our industry and the opportunity in front of Red Hat is vast. I’m ready to roll up my sleeves and prove that open source technology truly can unlock the world’s potential.
Non c’è mai stato un momento più emozionante per essere nel nostro settore e le opportunità di fronte a Red Hat sono vaste. Sono pronto a rimboccarmi le maniche e dimostrare che la tecnologia open source può davvero sbloccare il potenziale del mondo”.Parole molto convincenti che fanno ben sperare.
Hicks è un Redhatter dal 2006 e, pensate un po’, è entrato in azienda come sviluppatore nel team IT e da lì, a colpi di leadership, è partita la sua scalata verso le posizioni manageriali, conclusasi con l’insediamento a presidente e Chief Executive Officer della più importante azienda di prodotti open-source del pianeta.
Nel suo messaggio di insediamento ha espresso un concetto che dovrebbe far riflettere molti che pensano di essere “poca roba” e che il futuro sia già stabilito:
When I joined Red Hat in 2006 as a developer on the IT team working on porting Perl applications to Java, I never imagined that my career would lead me to this moment. If I had followed my initial path, not raised my hand for certain projects, or shied away from contributing ideas and asking questions, I might not be here. That is what I love about Red Hat and it’s something that differentiates us from other companies: nothing is predetermined; we’re only limited by our passion and drive to contribute and make an impact. That’s true not just for us as individuals but also for us as a company.
Quando sono entrato in Red Hat nel 2006 come sviluppatore nel team IT che lavorava al porting di applicazioni Perl su Java, non avrei mai immaginato che la mia carriera mi avrebbe portato a questo momento. Se avessi seguito il mio percorso iniziale, non alzando la mano per certi progetti, o evitato di contribuire con idee e porre domande, oggi potrei non essere qui. Questo è ciò che amo di Red Hat ed è qualcosa che ci differenzia dalle altre aziende: nulla è predeterminato; siamo limitati solo dalla nostra passione e dalla nostra spinta a contribuire e avere un impatto. Questo è vero non solo per noi come individui, ma anche per noi come azienda.Parole che hanno un certo peso e soprattutto forniscono una certa motivazione, per chi la sa cogliere.
Tornando sulla terra ed alle cose pratiche, la continuità con il passato dovrebbe essere garantita. Hicks è un interno nato e cresciuto in Red Hat e la sua nomina è certamente segno della volontà di mantenere le cose nel loro assetto attuale.
A noi uomini della strada, come sempre, non rimane che stare a vedere. Se è vero infatti che il modello di business della principale azienda open-source sul mercato è rimasto bene o male lo stesso, non si può non citare qualche intoppino rilevato nel frattempo, dettagliucci tipo la sparizione di CentOS, ma tant’è.
In bocca al lupo, Matt Hicks!
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.