Il tasso di cambio come concetto è conosciuto da oltre un secolo, in quanto l’affermazione delle valute in ambito finanziario hanno rapidamente necessitato di valori di “confronto” tra le tipologie di valute più utilizzate, ed il cambio euro dollaro che coinvolge la quasi totalità delle transazioni del mondo occidentale, è sotto molti punti di vista il più rilevante in assoluto. A quanto ammonta il tasso di cambio euro dollaro?
E cosa significano cambiamenti relativi come quelli che si sono manifestati di recente?
Ecco la risposta.
Cambio euro dollaro: cosa sta succedendo in questo periodo?
Il tasso di cambio è strutturalmente qualcosa di semplice da capire: indica, utilizzando due valute a confronto, il potere d’acquisto quindi la “forza” della valuta stessa nei confronti dell’altra.
Euro dollaro prende ad esempio la valuta comunitaria mentre il dollaro nel valore corrisponde alla quantità che serve in fase di acquisto per “acquistare” un euro. Ovviamente il dato è variabile costantemente ed indica lo stato di “salute” di una o l’altra valuta in senso effettivo e sostanzialmente coinvolge ogni aspetto del commercio ma anche della finanza.
Nel caso di euro dollaro, più è alto il valore, maggiormente “forte” è l’euro, in quanto indica con un valore alto che idealmente sono necessari “più dollari” per pareggiare il potere d’acquisto di un singolo euro. Se con la crisi economica, quella energetica oltre all’inflazione galoppante i dati hanno portato nel corso dei mesi del 2022 ad una forma vera e propria di preoccupazione dei mercati europei, in quanto il tasso di cambio euro dollaro ha visto per diverse settimane una condizione di “pareggio” ossia 1 euro = 1 dollaro, con il 2023 la situazione è migliorata sensibilmente ed il dato attuale appare relativamente stabile su 1,09, con l’obiettivo di avvicinarsi a 1,10.
I fattori che modificano questo dato sono parecchi, a partire dalla forza economica, finanziaria e commerciale delle nazioni che fanno ricorso all’una o all’altra risorsa ma anche il “peso politico” di tipo nazionale ed internazionale, come è risultato evidente dal conflitto in Ucraina che ha modificato gli equilibri delle valute. Nel corso dei mesi grazie anche a politiche piuttosto “stringenti” in ambito fiscale che hanno portato a livelli di inflazione sempre alti per buona parte delle nazioni europee ma comunque sotto controllo rispetto alla condizione del dollaro statunitense, il dato si è riassestato su valorii simili a quelli post 2020.
E’ sicuramente più vantaggioso acquistare prodotti in dollari statunitensi utilizzando la valuta comunitaria in questa fase proprio per l’attuale valore euro dollaro.