Covid-19, positivi geolocalizzati a Ravenna: il Garante privacy apre istruttoria

2 years ago 249

Non si frena l'attività del Garante della Privacy. Dopo l'app realizzata dall'Associazione Covid Healer Onlus, a finire nel mirino dell'autorità di controllo della Capitale sono stati il Comune di Ravenna e la polizia municipale della città romagnola. Il GPDP, nello specifico, ha di recente aperto un'istruttoria per verificare la modalità di trattamento dei dati personali adottata dalla Polizia locale per il controllo dell'isolamento dei cittadini ravennati positivi al virus SARS-CoV-2. L'autorità ha inoltre inviato al Comune una richiesta di informazioni.

L'ACCADUTO: GEOLOCALIZZAZIONE TRAMITE GPS

Nei giorni scorsi, sui principali organi di stampa era circolata la notizia, diffusa dalle testate locali, secondo cui la Polizia locale di Ravenna avrebbe adottato un insolito modus operandi per accertare il rispetto dell'isolamento fiduciario dei cittadini affetti da Covid-19: contattate telefonicamente dagli agenti, alle persone in quarantena veniva richiesto l'invio della propria posizione GPS in tempo reale a un numero di telefono di servizio indicato dalla polizia. Qualora il cittadino si fosse rifiutato di procedere, una pattuglia sarebbe sopraggiunta nell'abitazione per un controllo "dal vivo".

La condotta ha sollevato dubbi e polemiche in merito a una possibile violazione della privacy dei cittadini. Diverso era stato il parere del sindaco di Ravenna, Michele De Pascale che, come riporta Ansa, aveva dichiarato che si trattava di un'alternativa "molto meno invasiva rispetto al controllo a domicilio", legittimata dalla "legge per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19" che contempla anche altre "operazioni tecniche" da parte della polizia municipale.

IL GPDP NON CI STA

Il Comune di Ravenna, come spiega una nota diramata dallo stesso Garante, dovrà far recapitare "ogni elemento necessario alla valutazione del trattamento di dati personali effettuato, con un focus particolare sulle modalità dello stesso". Ciò significa che il Comune dovrà anche esplicitare gli strumenti utilizzati durante il processo, incluse le applicazioni per smartphone. Inoltre, sarà richiesto di "rendere note le finalità perseguite mediante la geolocalizzazione e i periodi di tempo e le modalità di conservazione dei dati raccolti, nonché il rispetto dei principi di proporzionalità e minimizzazione del trattamento".

Non finisce qui: l'ente locale dovrà anche spiegare le "misure tecniche e organizzative adottate per garantire un livello di sicurezza adeguato dei dati trattati e gli eventuali soggetti terzi destinatari dei dati acquisiti attraverso le funzioni di geolocalizzazione".


Read Entire Article