E’ quanto emerge dall’undicesima edizione del rapporto sulle minacce pendenti pubblicato dall’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza informatica (Enisa).
Sulle elezioni europee incombe il rischio delle manipolazioni digitali causate dai software a intelligenza artificiale (Ia). E’ quanto emerge dall’undicesima edizione del rapporto sulle minacce pendenti pubblicato dall’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza informatica (Enisa).
Stando allo studio i settori maggiormente presi di mira da tali incursioni digitali includono le pubbliche amministrazioni e la sanità. Tuttavia, a causa delle interdipendenze, si osserva spesso un effetto a cascata, con un singolo evento di manipolazione digitale che può colpire più settori contemporaneamente.
“La fiducia nel processo elettorale dell’Ue – ha detto il direttore esecutivo dell’Enisa Juhan Lepassaar – dipenderà anche dalla nostra capacità di fare affidamento su infrastrutture di sicurezza informatica e dall’integrità delle informazioni che circoleranno. Tocca a noi garantire di intraprendere le azioni necessarie per raggiungere questo obiettivo delicato ma essenziale per le nostre democrazie”.
Tra le principali tipologie di minacce vi sono criminali informatici, attori statali e parastatali e hacker militanti, tra le vittime più comuni invece, stando al report, politici, funzionari governativi, giornalisti e attivisti.
Tra i metodi principali usati per infiltrarsi nei computer di politici e pubbliche amministrazioni vi sono soprattutto le tradizionali e-mail di phishing e le richieste sui social network. Nel 34% dei casi analizzati dallo studio le manipolazioni digitali portano a episodi di ‘ransomware’ ovvero di sequestro di dati a scopo di riscatto. Sebbene gli attacchi ransomware siano motivati principalmente da un guadagno finanziario, alcuni di questi attacchi mirano anche ad avere effetti dirompenti come la diffusione delle informazioni a scopi politici o per influenzare i flussi elettorali