Da Android ad iOS: perché lo amerete, perché lo odierete | Recensione iPhone 14 Pro

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Da Android ad iOS: perch lo amerete, perch lo odierete | Recensione iPhone 14 Pro

06 Ottobre 2022 0

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Dopo avervi proposto la recensione di iPhone 14 Pro Max, abbiamo deciso di realizzare un contenuto un po’ diverso con iPhone 14 Pro che, dimensioni a parte, è identico al suo fratello maggiore. Quale miglior occasione, dunque, per non tornare sull’eterna lotta Android vs iOS?

Prima che possiate avventurarvi in questa selva oscura, voglio puntualizzare una cosa: sono un entusiasta della tecnologia, non ho una preferenza reale di sistemi operativi e utilizzo i prodotti che più si adattano alle mie esigenze. Ho usato per anni Mac, ho abbandonato Apple quando hanno eliminato tutte le porte sui Pro e sono tornato a Macbook nel momento in cui, oltre al passaggio ad ARM, la serie Pro ha reintrodotto lettore SD, HDMI e un set di porte congruo con il mio lavoro. Ho utilizzato iPhone nei primi anni di sviluppo, ho passato diversi periodi in compagnia di XS Max (che tutt’ora utilizzo), iPhone 11, SE 2020, la serie 12 e in generale gli altri prodotti Apple. Se però non cambierei il mio Macbook Pro per nessun portatile ad oggi (potendo permetterlo per il lavoro che faccio ndr) non sono dello stesso parere per quanto riguarda gli smartphone e anzi, faccio fatica ad utilizzare un iPhone per lavoro e la piattaforma Android per me non è solo più adatta, ma differenziante per quello che cerco in un dispositivo mobile.

Dunque, giudizio espresso e contenuto finito? No, perché, come in tutte le cose, l’esperienza personale gioca un ruolo fondamentale e quindi ciò che per me potrebbe essere definito un limite, per altri neanche emerge nella lista delle cose buone o cattive. Quindi, mettetevi comodi, mettete il mais nel microonde, allacciate le cinture e godetevi questo viaggio personale “evitando le buche più dure”.

Recensione iPhone 14 Pro Max, IL migliore di sempre!

Apple 21 Set

IPHONE 14 PRO: PERCH DOVRESTE SCEGLIERLO

Ecosistema: una parola che tutti gli utenti Apple usano, spesso abusandone letteralmente quando si parla del brand della mela. Che venga o meno utilizzata come palliativo per nascondere alcuni limiti poco importa ora, l’integrazione tra i prodotti Apple è totale, migliora di generazione in generazione, è cross piattaforma (mobile, desktop e wearable) e soprattutto è retroattiva, ovvero quello che un update introduce è disponibile su una moltitudine di prodotti anche con anni di vita alle spalle. Con iOS 16 e Mac OS ventura (provati e tutt’ora in utilizzo sul mio Mac e iPhone) è stato fatto un altro passo avanti e quando si sposta l’ecosistema Apple ci si sente realmente abbracciati e coccolati: l’importante però è scegliere Apple e non uscire.

L’errore più tipico che potrebbe commettere un utente Android che passa ad Apple è proprio quello di rimanere legato ad applicazioni, servizi e hardware utilizzato con Android. Un compromesso che impedisce di capire realmente Apple, iOS e MacOS e che di fatto potrebbe rendere molto meno efficace e gradevole l’esperienza completa. Dunque, il mio consiglio, è quello di partire dal software: dimenticatevi Gmail, Drive, Google Foto e fate lo sforzo di configurare tutto con le app Apple: Mail, iCloud, Foto e magari Mappe (ok, Maps è davvero difficile da abbandonare anche se Apple Mappe ha fatto grandi passi avanti e comunque ha un’integrazione più profonda con il sistema – ovviamente). Preparate 0,99€ al mese per avere 50GB di spazio iCloud (davvero è fondamentale per non avere problemi di salvataggio, condivisione e integrazione servizi) e iniziate a sfruttare l’interoperabilità tra iOS e i servizi Online di Apple (se potete sfruttate anche Note, la suite di lavoro con Numbers, Pages, Keynote e avrete un’esperienza tra cloud, online e offline assolutamente convergente – capisco però che se avete già da tempo sposato la suite Microsoft potrebbe non essere semplice). Fate lo sforzo di spostare i dati e documenti e provate a dimenticarvi Google – ovviamente continuate a usare la vostra gmail ci mancherebbe ma configuratela in Mail Apple.


Passate poi all’hardware: iPhone non vive senza Apple Watch. A differenza di Android, il wearable Apple è un compendio dello smartphone e non solo ha tutte le varie funzionalità smart, di risposta, fitness e altro, ma permette di sbloccare iPhone in caso di rinascimento difficoltoso del viso, consente di modificare le impostazioni Full Immersion rapidamente, gestisce perfettamente carte, biglietti e altro – oltre ai pagamenti ovviamente – ed è un prodotto che amerete se usato con iPhone. Dimenticate dunque band o orologi compatibili ma non Apple e scegliete invece un SE, magari 2022 o un Watch 6/7 in offerta: non ve ne pentirete. Rispetto ad Android non sono tanto le funzionalità in più, migliori o fatte meglio di Apple Watch ma piuttosto l’assenza di alternative in grado di essere cosi coese e connesse ad iPhone a fare la differenza.


Se ne avete la possibilità, chiudete il cerchio con un Macbook perché con i tre prodotti avrete un’esperienza davvero eccellente e noterete che anche l’orologio parla con il Mac. Con un PC Apple potrete sfruttare AirDrop per trasferimento di file rapido (aggirando i limiti della piattaforma stessa), usate il Mac per telefonare, sfruttare il copia e incolla intelligente, la gestione backup e sincronizzazione, lo sblocco con iPhone/Watch e ancora le fotocamere del telefono come web cam avanzate, microfoni compresi. Insomma, un’esperienza a tutto tondo che potete godere solo se dimenticherete tutti i vostri HW, sceglierete Apple e sposerete anche i servizi della mela, comprese le app che vi permetteranno una continuità di lavoro eccellente (un po’ come Office 365 ma ancora più consistente).

La spesa è forse alta? iPhone 14 Pro a parte, un Macbook Air M1 e un Apple Watch SE sono prodotti concorrenziali per prezzo e posizionamento. Non ho menzionato al momento le cuffie perché sostengo che le AirPods, per quanto ottime, abbiano un prezzo troppo elevato rispetto alle funzionalità accessorie disponibili all’interno dell’ecosistema Apple. In pratica con un paio di cuffie da 50€ non avrete rinunce marcate rispetto alle AirPods in termini di funzionalità nell’ecosistema Apple (ovviamente qualcosa c’è).


Viceversa, prendere qualche AirTag e piazzatelo in borse, chiavi, zaini: non capirete che farvene fino a quando, senza neanche averci fatto caso, il vostro iPhone vi ricorderà che avete lasciato lo zaino al Bar e capirete che un Airtag vi può salvare la vita. Dov’è è infatti un altro di quei servizi “alla Apple” che banalmente funziona talmente bene da dimenticarvi la sua esistenza finche effettivamente la sua presenza sarà determinante per voi.

iPhone 14 Pro si sceglie anche per la longevità. Vi casca 5 giorni dopo averlo comprato e si spacca e della longevità ve ne fate ben poco, ma questa è una banalità che ovviamente scrivo per goliardia e scaramanzia ma è fatto noto che Apple aggiorni i propri prodotti per anni e che acquistando un iPhone si ha la certezza che l’esperienza software sia eccellente per almeno 4 anni con prestazioni sempre solide e convincenti e con miglioramenti ad iOS lenti ma costanti nel tempo. Longevità che va a braccetto con sicurezza: tra pallini verdi e arancioni che vi dicono sempre quanto il microfono e la telecamera sono in utilizzo, sistemi anti tracciamento dei dati, gestione di operazioni direttamente sullo smartphone e non in cloud e una piattaforma chiusa e, per definizione stessa, sicura, con iPhone vi sentirete in una confort zone dove nessuno vi spia dalla porta, neanche Siri che, forse per questo, proprio intelligente non è!


Parlando anche di assistenza: Apple è attenta alla nostra vita, salute e benessere e fa di questo mantra un valore aggiunto creandoci dietro un racconto molto ampio ad ogni presentazione. Con iPhone 14 Pro sono arrivati gli allarmi per gli incidenti, anche su Apple Watch, i messaggi satellitari – ok solo in USA per ora - e una serie di “ammennicoli” che fanno sentire l’utente al centro dell’attenzione, quasi più del prodotto stesso. Assistenza che si conferma eccellente anche nella gestione delle riparazioni, sostituzioni di batterie e con costi che fanno realmente ripensare al concetto di “la batteria non regge più, cambio lo smartphone”. Con Apple la batteria ha senso cambiarla per avere uno smartphone che per altri 2 o 3 anni andrà avanti senza problemi – aggiornato e sicuro -, magari da dare alla mamma, zia, nonna, sorella, fratello di turno così potete prendervi iPhone 17 Ultra e dare libero sfogo alla vostra tecnomania!

iPhone 14 Pro si sceglie però anche per la tecnologia che racchiude: utile, sovrabbondante o necessaria non è importante. Quello che conta è che avrete in mano lo smartphone con il miglior display in commercio. Tanto buono che non servono gli eccellenti test di Displaymate per dirlo, ve ne accorgerete da soli utilizzandolo anche se avete scelto il miglior Android sul mercato. Definizione, dettagli, animazioni, brillantezza, leggibilità, oleofobicità, luminosità è tutto al massimo e se i 2000nits di picco in esterna sono un dato impressionante, è l’esaltazione del software, la scelta dei font, dei contrasti, delle animazioni e delle profondità che permette di racchiudere l’esperienza visiva in un semplice wow.

Le fotocamere sono poi la chiusura del cerchio: non sono le migliori sul mercato, le più definite e le più spinte a livello hardware. Eppure, sono le meglio sfruttate: nessuna è inutile, tutte sono tarate alla perfezione, tutte hanno una qualità eccellente e tutte dialogano con le applicazioni di sistema e terze. I video sono concreti, stabilizzati e con una qualità che anche noi per lavoro sfruttiamo preferendo spesso iPhone 14 Pro al posto di fotocamere Prosumer per girare alcuni video, magari in presentazioni, mobilità o eventi. Insomma, 48MP bastano e vi basteranno per anni visto che per passare da 12 a 48 c’è voluto quasi un decennio (appuntamento ad iPhone 20 Pro per una 200MP?)

Una scelta che passa anche da una qualità delle applicazioni sempre molto alta e da una compatibilità praticamente perfetta con accessori esterni, prodotti di domotica, applicazioni per configurare auto, moto, sistemi di controllo e qualunque altra cosa vi possa venire in mente. Con iPhone (14 Pro anche) non vi domanderete se quel monopattino, aspirapolvere o auto potranno essere configurati o supporteranno l’applicazione: semplicemente funzioneranno.

Ho detto tutto? No, nel video ci sono altre motivazioni, più hardware e di utilizzo che generali, che vi consiglio di vedere prima di passare alla prossima parte del pezzo.

IPHONE 14 PRO: PERCH DOVRESTE RIMANERE CON IL VOSTRO ANDROID

Scusate se mi ripeto ma, l’utilizzo di ognuno rende le seguenti motivazioni più o meno calzanti, importanti o non limitanti. Io vi parlo della mia esperienza, delle mie esigenze e dei limiti con cui mi sono scontrato e che, ad oggi, mi impediscono di mettere la mia SIM principale su iPhone (insomma quella che uso per Whatsapp e token di banche ndr).

Multitasking: partiamo subito da qui, tanto non aspettavate altro! Colpa di iOS? No, le API ci sarebbero ma non vengono integrate in modo massivo dagli sviluppatori. Perché? Non sono facili da implementare e richiedono uno sforzo di programmazione maggiore rispetto ad Android che, lasciando tutto praticamente “a briglia sciolta” non costringe lo sviluppatore ad affinare la propria app per andare incontro alle richieste di Apple. Ma il problema è davvero il Multitasking? Secondo me l’errore in cui si incappa spesso è nella scelta della parola: il concetto di base è simile ma il limite vero sta nella mancanza di implementazione da parte di molte app di terze parti della possibilità di effettuare caricamenti in background e di finire quindi il processo che abbiamo avviato. Non è infatti un problema se non si riescono ad affiancare 2 finestre, se non possiamo ridimensionare in bolla un’app o ancora aprire in una mini finestra un programma: si, sono cose fichette di molti Android ma che poi alla fine hanno un utilizzo davvero scarso su smartphone ma piacciono a noi smanettoni (su Fold e Tablet invece hanno molto senso). Il problema è rimanere bloccati su una schermata per non perdere un caricamento di un file, post, elemento, dato o altro. Questo accade molto spesso, molto più spesso di quello che possiate credere e anche quando mandate un semplice testo su una delle tante piattaforme di messaggistica ma non avete segnale: nella maggior parte delle app (Whatsapp eccezione positiva a parte), il messaggio non solo non partirà alla ripresa del segnale, ma non avrete avvertimenti o notifiche circa l’impossibilità di invio. Dunque sebbene non sia iOS il problema di fondo, è con iPhone che il problema si pone e se Apple da la possibilità tramite API ma queste non vengono sfruttata, a parer mio deve essere Apple ad insistere e cambiare le cose perché alla fine è l’utente finale ad avere un’esperienza limitata sui prodotti iOS.

Aggiungo, come nota finale, che se il problema principale è la scarsa implementazione dei caricamenti in backgroud da parte degli sviluppatori, è altrettanto vero che comunque non c’è un vero multitasking in quanto le app si ricaricheranno con frequenza su iOS, anche semplicemente aprendo l’App Store e tornando a Safari, passando per le impostazioni. Ricaricamenti fulminei grazie alla potenza dei processori moderni ma che non accadono, o comunque con molta meno frequenza, su Android e vedere un refresh di app, anche solo la lista chat, ad ogni apertura, non è certamente “bello” per un utente abituato bene (o male?).


Porta Lightning, trasferimento file e annullamento dell’ecosistema: sono abituato bene? Si. Ho tanti prodotti tech moderni? Si. La Type-C è stata una svolta per me? Si. Odio il connettore Apple? Oggi si. La Lightning è stato il miglior connettore per facilità di inserimento, robustezza e immediatezza che Apple potesse realizzare a partire dal primo iPhone. Il problema è che la tecnologia avanza e la Type-C è considerabile un miglioramento significativo sotto tutti i punti di vista. Apple la implementa ovunque, da iPad e Mac ma non vuole usarla su iPhone, ancora. Il punto è che la Lightning è lenta, ha una velocità di trasferimento dati ridicola per il 2022 e non supporta la ricarica veloce (parlo di 60W non pretendo i 120W di smartphone da 499€ ndr.). Insomma, è obsoleto. La cosa bizzarra è che Apple con questa scelta annulla di fatto parte del vantaggio del proprio ecosistema software e di integrazione tra dispositivi. VI faccio questo esempio pratico: io viaggio moltissimo per lavoro, un aereo a settimana mediamente, e con Apple ho questa situazione:

  1. Alimentatore MacBook Type-C
  2. Cavetto Type-C -> Type-C per il Macbook
  3. Cavetto Type-C -> Lightning per iPhone (non voglio forzare la mano dicendo caricatore perché potrei usare comunque lo stesso alimentatore del Macbook e di fatto faccio quasi sempre cosi)
  4. Cavetto Type-C -> ricarica ad induzione per Apple Watch (induzione non compatibile con iPhone)

Di fatto, per usare l’ecosistema Apple che io considero base, quindi niente iPad o Airpods, ho bisogno di 3 cavetti diversi oltre ovviamente all’alimentatore. Ho volutamente separato l’alimentatore perché, volendo, potreste usare un alimentatore multi uscita (io ne ho uno con 2 Type-C per esempio) ma il problema dei 3 cavetti diversi rimane comunque a prescindere.

Ora provate a fare la medesima cosa con un Android e in particolare prendo l’esempio del Galaxy S22+ e del Watch 5:

  1. Alimentatore MacBook Type-C (si perché il Mac non lo cambio come scritto all’inizio)
  2. Cavo Type-C -> Type-C per caricare tutto.

Con 1 solo cavo posso partire con il mio Galaxy S22, Watch 5 e Macbook in quanto posso ricaricare con Type-C smartphone e cellulare e mentre il telefono si ricarica posso appoggiare sul dorso l’orologio che con la ricarica inversa si ricaricherà totalmente (di notte lo faccio sempre). Non sarà ovviamente energeticamente perfetto ma per viaggiare la comodità può vincere sul risparmio di energia o velocità di ricarica visto che comunque si ricarica di notte.

Questa per me è comodità e reputo assurdo dovermi portare dietro sempre 3 cavetti per usare l’ecosistema Apple ed essere tranquillo di non rimanere senza carica. E non ha neanche senso dire che la ricarica inversa è una forzatura in quanto è una caratteristica tecnologica che fa la differenza in termini di comodità e praticità come potete vedere anche visivamente dal numero di cavetti necessari.

Nota finale: ho preso in considerazione per Apple il cavo Type-C -> induzione per l’orologio ma se avete un Apple Watch di generazione 6 o antecedente in confezione avrete il cavo Type-A -> induzione e quindi scordatevi di usare lo stesso alimentatore dei Macbook moderni a meno di non comprare un cavetto Type-C -> induzione (qui).


Gesture: se pensate di scegliere iOS e avete sempre utilizzato le gesture Android, passerete alcuni giorni a litigare con le modalità di interazione di iPhone. Detta in modo semplicistico, iOS non ha una gesture unica di sistema per tornare indietro ma questa azione è demandata alle singole applicazioni. A conti fatti vi ritroverete ad avere una gesture per tornare indietro per un 70% di app, una freccetta in alto per il restante 30% e delle app ma capiterà che per tornare indietro in questo 30% di programmi, potrete utilizzare solo la freccia in alto a sinistra non essendo implementata la gesture. A questo si aggiungono altre differenze nell’interfaccia che all’inizio vedrete come “ostiche” anche solo nello scorrere le immagini, tornare alla visione galleria o altro. Si tratta semplicemente di abitudine in questo caso e non dovete scoraggiarvi. Certo è che le gesture di iOS sono indubbiamente meno naturali e coerenti rispetto a quelle di Android e la mancanza dell’apertura della tendina notifiche con uno swype sulla home la trovo sempre e comunque un problema.

Notifiche e condivisione: sebbene il sistema di notifiche su iOS sia migliorato molto, sia in termini di interazione rapida sia nella visualizzazione stessa, se siete abituati ad Android dovrete fare i conti con un concetto molto diverso. Niente icone nella barra ma badge sulle singole app o sezione notifiche nella tendina. Inizialmente farete fatica, non c’è dubbio e questo dipenderà soprattutto dal numero di notifiche che riceverete ogni giorno. Io mediamente ho circa 500 notifiche al giorno (non è normale lo so) e con Android mi trovo decisamente meglio. Quello che in particolare mi da fastidio su iOS non è tanto il badge sulla singola app, ma il fatto che le notifiche sono divise tra quelle recenti non lette non eliminabili in blocco - ovvero le notifiche nuove che vi sono arrivate dall’ultimo sblocco e interazione con lo smartphone – e quelle meno recenti, eliminabili in blocco che rimangono nella tendina fino a quanto non aprirete l’applicazione. Una divisione che ha i suoi vantaggi e svantaggi ma che nel mio utilizzo implica un maggio numero di eliminazioni manuali delle notifiche e che non mi fa impazzire. Ci si abitua e rimane funzionale ma la gestione Android la trovo più semplice.

Il menu condivisione e i sistemi di condivisione dei contenuti potrebbero essere un ulteriore scoglio che dovrete circumnavigare. iOS ha un sistema diverso, un'organizzazione che tendenzialmente passa dalle app e non dal contenuto stesso. Molto è stato fatto negli ultimi aggiornamenti e si apprezza sicuramente il fatto che ci sia una contestualizzazione dei contatti all'interno delle singole app nel momento un cui condividerete qualcosa. Per chi è abituato ad Android però ci saranno momenti in cui non sarà ben chiaro dove va a finire un download, dove dovrete inviare qualcosa ma per farlo dovrete passare da Documents o altre app simili. iOS "ragiona" a compartimenti stagni e non sempre questa modalità è un bene per l'immediatezza dell'operazione che dovete fare.


Varie ed eventuali, verso l’infinito ed oltre: potrei continuare per molte ere ancora ad elencare pregi e difetti del passaggio da Android ad iOS ma voglio lasciarvi solo alcune ultimi elementi con cui mi sono scontrato personalmente e che quindi rispecchiano l’utilizzo reale:

  • Dynamic Island: rendere un minus visivo in un plus software è una trovata eccellente e quasi geniale. Le funzionalità sono ancora inespresse ma sicuramente avrà un lungo futuro e migliorerà l’interazione con tante applicazioni espandendone le funzionalità e magari permettendo di sfruttare meglio i caricamenti in backgroud. Rimane però il fatto che sia grossa e visibile nei contenuti multimediali. L’abitutine non si fa. Non è un forellino e rimarrà sempre e comunque ben in vista durante la riproduzione di video.
  • Dual SIM fisico: è probabilmente un mio vezzo e un non problema essendo supportata la e-sim ma è altrettanto vero che è uno dei pochissimi top di gamma a non offrire questo supporto fisico. Passare ad e-sim non è difficile ma non è detto che tutti gli operatori lo supportino, soprattutto quelli virtuali e quindi dovrete scegliere quale passare.
  • Dual App: per me un limite in quanto utilizzo molte app in versione doppia per differenziare account e non solo. Su iPhone non esiste opzione.
  • Spazio Lavoro o profili: similmente alle app gemelle, non esiste uno spazio di lavoro su iOS o la possibilità di utilizzare profili diversi con app diverse. Questo per lavoro può essere un limite, per me lo è e non da poco.

CONCLUSIONI

Nel rinnovare l’invito a vedere anche il video dove espongo ulteriori dettagli, ripeto che questa è la mia esperienza e i pro e contro di ogni piattaforma possono essere visti in modo diverso a seconda delle abitudini, gusti e tipologia di utilizzo. Passare da un Android top di gamma ad un iPhone 14 Pro non è un problema e le soddisfazioni saranno tanto ma se lo fate dovete scegliere l’ecosistema software in primis e hardware in seconda battuta. Spendere 1400€ per un iPhone e pensare di rimanere incollati ai servizi Google, non sfruttare le app Apple, iCloud con il piano base e gli altri servizi Apple è concettualmente sbagliato perché limiterà in parte l’esperienza iOS. Allo stesso modo fermarsi ad iPhone è un ulteriore “errore” perché con Apple Watch avrete un allargamento dell’esperienza e un AirTag è un altro elemento che vi farà tornare il sorriso quando meno ve lo aspettate. Infine, pensare anche ad un Macbook, magari Air M1, potrebbe non essere sbagliato nel completare l’esperienza in toto e quindi entrare con tutta la scarpa nell’ecosistema Apple.

Con Android il discorso è molto meno articolato e le differenze tra un pacchetto S22 + Watch 5 + Buds + Galaxy Book sono meno marcate (per quando presenti) rispetto ad utilizzare uno Zenfone 9 + Mi Band + Yoga Book + cuffie Realme. Insomma, la maggiore scelta rende meno articolata e completa l’integrazione e. al tempo stesso, la chiusura all’interno di un brand e di un OS unico – quello di Apple – permette maggiori possibilità finchè non si deve uscire dalla confort zone che l’azienda ha creato.

Ora che siete arrivati in fondo, andate a prendere il mais che si sarà trasformato in popcorn e ditemi la vostra nei commenti.

VIDEO

Apple iPhone 14 Pro

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(aggiornamento del 06 ottobre 2022, ore 12:55)


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