Amato e assieme odiato, Diablo Immortal è uno dei titoli più discussi dell'anno e sicuramente sta facendo le fortune di Blizzard con 100 milioni di dollari incassati nelle prime 8 settimane. Il modello di loot e microtransazioni alla base del gioco è stato al centro della polemica in questi mesi successivi al lancio (che risale al 2 giugno), con alcuni creatori di contenuti che si sono schierati contro l'ultima creazione di Blizzard con gesti eclatanti, come chi ha distrutto in segno di protesta una rarissima gemma da 16.000 dollari.
PI LIMBO CHE INFERNO
Fin dall'inizio è stato chiaro che per massimizzare le statistiche di un singolo personaggio, dovendo passare per le meccaniche di loot del gioco, sarebbero potuti servire circa 100.000 dollari. E cioè grosso modo la cifra che lo streamer jtisallbusiness ha speso nel gioco. Il premio? Non poter più giocare.
In sostanza, jtisalbusiness viene tagliato fuori dal matchmaking: il livello che ha raggiunto è talmente alto da separarlo dal resto della community. Più che nell'inferno di Diablo Immortal, il nostro sventurato eroe dal portafoglio generoso si è cacciato suo malgrado in una sorta di limbo, una cella di isolamento che gli impedisce di godere dei benefici della sua spesa, e lo pone addirittura al di sotto della stato di un utente qualunque con un armor mediocre, dato che almeno in quel caso potrebbe giocare.
Lo streamer ha affermato di star discutendo con Blizzard la possibilità del rimborso dell'ingente somma scucita, e ha aggiunto che sta pensando di rivolgersi a degli avvocati per riuscire a sbrogliare la questione. Blizzard, da parte sua, avrebbe semplicemente risposto di essere "al corrente del problema", ma allo stato attuale la situazione non è variata.
Il mese scorso Mike Ybarra, boss di Blizzard, era intervenuto per difendere il sistema di microtransazioni del gioco dichiarando tra le altre cose che la grandissima maggioranza dei giocatori comunque non spende un centesimo all'interno del gioco.