Tra poco i nostri giochi si caricheranno ancora più velocemente, grazie alla nuova API DirectStorage 1.1. I titoli degli ultimi anni hanno raggiunto una qualità quasi cinematografica grazie agli sforzi nel campo della grafica e a tecnologie come il Ray Tracing, ma tutto questo ha portato anche a un aumento della potenza di calcolo necessaria e alle dimensioni effettive del programma.
Ecco quindi che in soccorso dei nostri PC sono arrivate soluzioni come il DLSS, l'FSR 2.0 o lo XeSS, per garantire sempre le migliori prestazioni, e il DirectStorage di Microsoft per diminuire i tempi di caricamento.
Proprio quest'ultimo, un'API che mette in comunicazione diretta SSD NVMe e GPU, era stato introdotto nel 2020 su Xbox Series X|S per poi finalmente arrivare quest'anno sui PC, ma non aveva ancora tutte le caratteristiche promesse.
Microsoft si era infatti concentrata nel ridurre il sovraccarico durante la lettura dei dati da SSD NVMe e consentendo richieste di I/O parallele in modo che più dati possano essere trasferiti alla CPU o alla GPU contemporaneamente.
In questo modo, le unità NVMe sufficientemente veloci possono sfruttare la loro larghezza di banda massima, e gestire varie richieste invece di aspettare che ogni richiesta venga completata prima dell'inizio di quella successiva.
Di per sé, queste modifiche potrebbero già ridurre i tempi di caricamento fino al 40%, ma c'è un problema: la decompressione. Quando vengono installati i giochi, alcune componenti come le texture, che ci consentono di dare l'aspetto giusto alle superfici, vengono compresse per risparmiare spazio. Quando poi giochiamo, queste componenti devono essere decompresse in tempo reale dalla CPU, che poi le invia alla GPU. Ma Microsoft ha osservato che questo processo può essere anche effettuato dalle GPU più velocemente, con le ottimizzazioni giuste, e permettere così di risparmiare risorse.
Ecco quindi che la casa di Redmond ha collaborato con NVIDIA per creare un nuovo formato di compressione, ottimizzato per la decompressione tramite GPU e pronto per sfruttare la nuova API DirectStorage 1.
1, chiamato GDeflate. Qui sotto potete vedere come questo processo permetta di decomprimere le risorse quasi tre volte più velocemente, e diminuendo l'utilizzo della CPU.
Ma non solo, il nuovo formato permetterà anche di risparmiare spazio su disco e sarà disponibile non solo per GPU NVIDIA, ma anche AMD e Intel.
Il primo punto da notare è che ci sono alcuni requisiti per poter sfruttare il nuovo DirectStorage.
- Sistema Operativo: i giochi DirectStorage funzioneranno sia su Windows 10 che su Windows 11, ma ci sono ulteriori ottimizzazioni nello stack I/O disponibili per gli utenti di Windows 11, quindi questa è la scelta consigliata da Microsoft
- Dispositivi di archiviazione: i giochi abilitati DirectStorage funzioneranno su tutti i dispositivi, ma avrete bisogno di un SSD NVMe con larghezza di banda e velocità sufficienti per vedere miglioramenti significativi
- GPU: qualsiasi GPU compatibile con DirectX 12 che supporta Shader Model 6.0 sarà in grado di sfruttare la nuova funzionalità, ma Microsoft consiglia una scheda compatibile con DX12 Ultimate.
Sembra tutto molto bello, e ovviamente la domanda successiva è "ma come utilizzarlo?".
Il secondo punto è che DirectStorage 1.1 non è un aggiornamento del sistema operativo, ma deve essere implementato dagli sviluppatori nei loro giochi. Quindi bisogna aspettare prima che Microsoft lo rilasci, il che avverrà entro la fine del 2022, e poi che l'API venga utilizzata nei titoli, il che ovviamente necessiterà di un po' di tempo.
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