Arrivano importanti novità nel settore dei droni per il nostro paese: DJI ha deciso di sbloccare i suoi droni in Italia, aprendo di fatto alle no-fly zone. Con questa novità la responsabilità passa completamente agli utenti che usano i droni, in termini di rispetto delle restrizioni di volo.
Le zone in cui i voli dei droni sono ristrette sono chiaramente regolate a livello nazionale, ma DJI aveva imposto un secondo sistema di restrizioni. Ed è proprio questo che cambia, andiamo a vedere come.
La novità di DJI consiste nell'eliminazione del suo sistema di restrizioni di volo per l'Italia. Si parla del sistema Geospatial Environment Online (GEO), il quale impone agli utenti DJI in Italia di non poter far decollare i propri droni in aree sensibili sul territorio italiano. Un sistema che blocca anche eventuali non osservanze della normativa nazionale, che di per sé prevede delle aree sensibili.
Dunque, con l'aggiornamento dell'app DJI Fly o DJI Pilot 2 viene di fatto eliminato questo sistema di restrizioni.
Questo significa che le precedenti zone rosse e blu che impedivano il decollo vengono trasformate in "zone di allerta rafforzata", per cui gli utenti vedranno un avviso in merito alla potenziale non osservanza della normativa, ma il volo non verrà bloccato.
Quindi rimane a discrezione degli utenti rispettare le restrizioni imposte a livello nazionale tramite le zone geografiche UAS ufficiali pubblicate su D-Flight. E chiaramente sono a carico degli utenti le conseguenze derivanti da eventuali mancate osservanze delle mappe delle aree sensibili.
Per avere le mappe aggiornate e dunque ricevere gli avvisi di volo su potenziali zone sensibili gli utenti italiani dovranno procedere manualmente al caricamento delle mappe. Questo dovrà avvenire tramite il caricamento di un file con estensione json. Si tratta di un file che è possibile scaricare sul portale D-Flight. Ma solo i droni con marcatura di classe C1, C2, C3, C5 e C6 potranno accedere a questa funzione. Per gli altri non sarà possibile aggiornare le mappe ufficiali all'interno dell'app.
Diventa quindi fondamentale per tutti gli utenti che usano i loro droni in Italia controllare che effettivamente non ci si stia per muovere in aree sensibili, le cosiddette no-fly zone, altrimenti si potrebbe incorrere in sanzioni.