
Per gli appassionati di fantascienza, siano questi sviluppatori o utilizzatori, il rilascio dell’ultima versione di Fedora annunciato dal progetto ha un sapore del tutto speciale, infatti il numero di questa release è quello della risposta alla domanda sulla vita, l’universo e tutto quanto: 42!
Ed il comunicato si apre in questo modo:
Settantacinquemila generazioni fa i nostri antenati accesero un gigantesco computer per trovare la risposta alla vita, all’universo e a tutto quanto. Oggi, in un universo parallelo fatto di bit e codice open source, quella risposta è diventata una distribuzione Linux: Fedora 42.
Ma tralasciando l’euforia nerd del numero speciale, ci sono diversi aspetti interessanti di questa nuova release:
Anaconda, il programma d’installazione di Fedora, si presenta con una doppia rivoluzione:
- Ora è un’applicazione nativa Wayland, più coerente e moderna, con controllo migliore della tastiera e supporto remoto tramite RDP.
- Nasce una nuova interfaccia web per il partizionamento, con guida automatica, reinstallazione semplificata e gestione del dual-boot. Al momento è disponibile come default solo nella Workstation.
Inoltre, GPT è ora lo schema di partizionamento predefinito su tutte le architetture supportate, uniformando l’esperienza di installazione.
Tra le nuove funzionalità:
- IBus speech-to-text: dettatura vocale offline, multilingue e privacy-friendly, integrata con tutte le app che usano IBus.
- EROFS: il nuovo filesystem read-only per le live media, più efficiente e in linea con RHEL.
- DNF5 ora rimuove automaticamente chiavi obsolete dei repository durante installazioni o upgrade.
- Supporto esteso alle webcam MIPI (non USB) sui portatili x86.
- NumPy2 aggiornato, con miglioramenti in performance e documentazione.
- Gnome Shell Extension Dependency Generator per evitare incompatibilità tra estensioni e versioni della shell.
La distribuzione è disponibile in tre edizioni:
- KDE Plasma è ora un’edizione ufficiale! Come già abbiamo raccontato, non più una semplice spin, ma una delle proposte principali, con lo stack KDE (incluso PIM) completo anche su architetture Power come i sistemi OpenPOWER.
- Fedora COSMIC Spin: un nuovo ambiente desktop scritto in Rust da System76 (creatori di Pop!_OS), con gestione ibrida tiling/float, schede a finestre e personalizzazione spinta.
- Fedora Workstation include GNOME 48, con novità su benessere digitale, accessibilità e performance migliorate.
Altro aspetto importante di questa release è il fatto di essere l’ultima sotto la guida di Matthew Miller come Fedora Project Leader. Al suo posto subentra Jef Spaleta, con passaggio di consegne a Flock 2025 a Praga.
Se i lavori per la pubblicazione di Fedora 42 si possono infine dir conclusi, ci sono moltissime novità in programma per la versione 43, la prima delle quali è la volontà da parte del progetto di raggiungere il 99% di riproducibilità dei pacchetti.
Il progetto è descritto in questo lungo articolo di LWN e racconta l’ambizioso e cruciale obiettivo per rafforzare la sicurezza della distribuzione. Rileggendo i commenti al Saturday’s Talks “L’open-source è nulla senza la riproducibilità delle build“, questo tema interesserà molti.
La volontà è quella, escludendo firme e metadati variabili, di avere quasi tutti i pacchetti RPM ricostruibili ovunque in modo identico partendo dallo stesso codice sorgente e ambiente di build, permettendo un controllo indipendente sull’integrità del software distribuito.
Il 99% non è solo una cifra tonda: è la soglia oltre la quale Fedora può considerare il sistema davvero verificabile, rendendo rilevanti eventuali eccezioni come vere anomalie e non la norma. Questo passaggio è fondamentale in un contesto in cui gli attacchi alla supply chain sono in aumento, come dimostrato dal recente caso XZ.
Fedora, pur avendo da sempre un’infrastruttura centralizzata e forse più controllata di Debian, vuole alzare ulteriormente l’asticella: coinvolgerà i maintainer nel trattare la non-riproducibilità come un bug, introdurrà strumenti come fedora-repro-build e rebuilderd per validare i pacchetti, e aggiornerà le linee guida per allineare tutto il processo.
È una rivoluzione silenziosa, che l’utente finale noterà poco, ma che renderà Fedora un ecosistema più robusto, trasparente e difficile da compromettere.
Nel frattempo è impossibile non citare il gadget ufficiale per Fedora 42:

Chiaramente non poteva essere altro che un asciugamano.
Chi può capire, capisce.
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.