"Il verdetto di oggi è una vittoria per tutti gli sviluppatori di app e i consumatori di tutto il mondo. Dimostra che le pratiche degli app store di Google sono illegali e abusano del loro monopolio per ottenere commissioni esorbitanti, soffocare la concorrenza e ridurre l’innovazione".
Queste sono le parole con cui si apre il comunicato stampa diffuso nelle scorse ore da Epic Games per annunciare la sua "vittoria epica" in tribunale contro Google. Una disputa legale, ricordiamo, iniziata tre anni fa quando il produttore di Fortinite aveva citato in giudizio sia la società di Mountain View che Apple.
GOOGLE GIUDICATA COLPEVOLE
La giuria federale, a differenza di quanto deciso conto Apple, ritenuta "non colpevole" di aver violato le leggi antitrust statunitensi, si è espressa in questo caso all'unanimità: Google avrebbe violato le leggi antitrust per quanto riguarda il modo in cui gestisce il Play Store avendo "un monopolio illegale" nelle distribuzione di app e sui servizi di fatturazione in-app per dispositivi Android.
La giuria ha ritenuto anticoncorrenziali gli accordi di distribuzione della società con altre società di videogiochi, nonché gli accordi con i produttori di dispositivi per preinstallare le sue app sui dispositivi Android. Nella sua denuncia, infatti, Epic afferma che Google pagava silentemente centinaia di milioni di dollari agli sviluppatori di giochi per rendere i loro titoli scaricabili dal Play Store in un'iniziativa originariamente nota come "Project Hug".
Più nel dettaglio, dopo aver fatto sparire Fortnite dal Play Store, Google avrebbe "convinto" con circa 360 milioni di dollari Activision Blizzard ad abbandonare i suoi piani di realizzare un app store concorrente, e avrebbe anche siglato degli accordi con Nintendo, Ubisoft e Riot Games.
Nella sentenza, la giuria ha affermato che Epic Games è stata penalizzata da queste azioni messe in atto da Google. Secondo Tim Sweeney, il CEO di Epic Games, il tribunale inizierà a "lavorare sulle conseguenze" di questa sentenza dal prossimo gennaio. Il giudice dovrà infatti decidere se ordinare o mono a Google di dare agli sviluppatori la libertà di introdurre i propri app store e sistemi di fatturazione su dispositivi Android.
Sebbene Epic non abbia mai intentato questa causa per richiedere soldi, Sweeney ha comunque affermato che la sua società avrebbe guadagnato centinaia di milioni o addirittura miliardi di dollari se non avesse dovuto pagare la quota richiesta da Google.
GOOGLE PRESENTERA' RICORSO
Dal canto suo, Google non intenderebbe "arrendersi". Il vicepresidente di Google per gli affari governativi e le politiche pubbliche, Wilson White, ha infatti dichiarato che la società presenterà un ricorso contro questa decisione.
"Android e Google Play offrono più scelta e apertura rispetto a qualsiasi altra importante piattaforma mobile. Questo processo ha chiarito che competiamo ferocemente con Apple e con il suo App Store, così come con gli app store su dispositivi Android e console di gioco. Continueremo a difendere il modello di business Android e resteremo profondamente impegnati nei confronti dei nostri utenti, partner e di tutto l'ecosistema Android".
GLI SCENARI POSSIBILI
La sconfitta legale di Google minaccia comunque di sconvolgere il duopolio Play Store/App Store che genera quasi 200 miliardi di dollari all'anno e che determina il modo in cui miliardi di consumatori utilizzano i dispositivi mobili.
"L'effetto immediato è che vedremo un cambiamento nel mercato in cui le grandi aziende tecnologiche dovranno trovare soluzioni - che si tratti di maggiore accesso, condizioni migliori, più opzioni per gli sviluppatori - per evitare l'esposizione legale", ha affermato Paul Swanson, un partner presso Holland & Hart, specializzato in tecnologia e diritto antitrust.
Questa sconfitta, infatti, rappresenta sicuramente un duro colpo per il modello di business delle due società che, ricordiamo, prevede la richiesta di commissioni agli sviluppatori che possono arrivare fino al 30%. Sviluppatori che, dal canto loro, non hanno molte altre possibilità di distribuire facilmente le loro app.
A stimolare grandi cambiamenti in UE ci penserà il Digital Markets Act. Per la prima volta, infatti, Apple dovrà sia consentire App Store alternativi che sistemi di fatturazione di terze parti. Nonostante il DMA entrerà in vigore il prossimo anno, tuttavia, sia Google che Apple hanno già iniziato ad apportare delle modifiche consentendo, ad esempio, la possibilità ad app "di lettura" (reader), come software per l'archiviazione nel cloud, la visione di video e la lettura di libri, di collegarsi a siti Web esterni per consentire il pagamento, evitando commissioni.
La vittoria di Epic contro Google ha il potenziale per portare grandi cambiamenti anche negli Stati Uniti.