Epic V. Apple, negli USA è finita: la Corte Suprema rifiuta il riesame

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Epic V. Apple, negli USA finita: la Corte Suprema rifiuta il riesame

16 Gennaio 2024 1

La battaglia legale americana tra Apple ed Epic Games per Fortnite si è finalmente conclusa: la Corte Suprema degli USA ha rifiutato di dare udienza a Epic per valutare un riesame, e quindi non ci sarà un processo di appello. Epic sperava chiaramente in un risultato diverso, forte anche della vittoria contro Google in una causa che possiamo definire del tutto analoga, ma così non è andata.

Tutta la vicenda risale ai primi mesi del 2020 e in ultimo riguarda le commissioni che Apple impone su tutte le transazioni dell’App Store. Storicamente, gli sviluppatori non possono promuovere metodi di pagamento alternativi che aggirino questo sistema (per esempio includendo un link per pagare direttamente sul proprio sito ufficiale). L’utente può essere reso a conoscenza della possibilità, ma non con un link diretto. A metà agosto Epic pubblicò sull’App Store una versione di Fortnite che contravveniva a questa regola, e Apple reagì immediatamente bannando il gioco; Epic Games a propria volta fece scattare la denuncia.

Epic Games vince la causa antitrust negli USA contro Google

Android 12 Dic

 Tim Sweeney nelle prime dichiarazioni

Android 13 Dic

Come dicevamo, una situazione sostanzialmente identica è accaduta con Google, nonostante a grandi linee Android sia più permissivo di iOS. Se è vero infatti che anche le app pubblicate sul Play Store non possono contenere link a metodi di pagamento alternativi, su Android è possibile distribuire app al di fuori del Play Store in modo relativamente semplice, almeno se paragonato alla necessità di jailbreak su iPhone.

Quindi perché Apple ha vinto e Google ha perso? Pare che proprio la maggior "apertura” della società di Mountain View sia stata la discriminante. Google aveva infatti stabilito alcuni accordi con alcuni sviluppatori ad alto profilo che offrivano condizioni più vantaggiose (essenzialmente commissioni più basse) pur di farli rimanere nel Play Store, mentre Apple ha sempre mantenuto una linea più intransigente, forte del fatto che per essere su iPhone una vera alternativa all’App Store non esiste.

Questi accordi sono stati in ultimo usati contro Google: Epic ha argomentato che sono stati un metodo per soffocare la concorrenza (intesa come negozi di app alternativi). L’argomentazione contro Apple non è risultata altrettanto convincente, almeno per i giudici coinvolti. Vale la pena osservare che non è stata solo Epic a rivolgersi alla Corte Suprema: anche Apple voleva rivolgersi in appello, perché su alcuni punti il precedente processo le aveva dato torto.

Su X, la piattaforma precedentemente nota come Twitter, l’amministratore delegato di Epic Tim Sweeney ha parlato di “un giorno triste” per tutti gli sviluppatori, però ha osservato che le cose si stanno comunque muovendo in loro favore: da oggi, infatti, entra in vigore una nuova legge che stabilisce che Apple e Google non possono più impedire la promozione diretta di sistemi di pagamento alternativi. In altre parole, si potranno implementare pulsanti, link e quant’altro. Sweeney osserva inoltre che la battaglia legale procede in altri Paesi.


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