Finanza e attacchi informatici, FMI: “Le minacce mettono a rischio l’intera economia globale”

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Il Fondo Monetario Internazionale lancia l’allerta. “Il conflitto in Ucraina mette a rischio l’intera economia globale. Già nel 2017 il malware NotPetya originariamente mirato alle infrastrutture critiche in Ucraina ha causato perdite mondiali stimate in circa 10 miliardi di dollari”.

“I cyber-attacchi si sono intensificati nelle settimane precedenti” l’attacco della Russia all’Ucraina, un conflitto che “ha sollevato forti preoccupazioni” per una minaccia informatica su vasta scala che potrebbe avere “un impatto potenzialmente negativo sulla stabilità finanziaria globale”. Lo segnala il Fondo Monetario Internazionale nel Global Financial Stability Report appena diffuso, ricordando come “i primi attacchi informatici contro l’Ucraina risalgono a diversi anni fa”.

“Nel 2017 il malware NotPetya originariamente mirato alle infrastrutture critiche in Ucraina ha causato problemi nella catena di approvvigionamento e perdite mondiali stimate in circa 10 miliardi di dollari”, ribadisce il Fondo nel report.

Se in Ucraina gli hacker “hanno fermato i servizi online delle banche con campagne di disinformazione tramite messaggi di testo”, cyber-attacchi “sono stati segnalati anche contro le istituzioni russe. Ma soprattutto – osserva il Fondo – queste minacce “potrebbero prendere di mira istituzioni finanziarie di importanza sistemica” e “in caso di successo, potrebbero innescare una perdita di fiducia nel sistema finanziario nel complesso”.

L’Fmi ipotizza anche un aumento delle minacce informatiche contro il sistema Swift e altre infrastrutture di mercato finanziarie e non finanziarie condivise. Il tutto complicato da operazioni di ‘false flag’ che mascherano la vera fonte dell’attacco e attribuiscono la responsabilità a un’altra parte. Il risultato è che “con l’aumento dei rischi informatici a livello globale, i costi operativi sono aumentati in tutti i settori, con il rischio di significative perdite economiche in diversi paesi”.

Conflitto in Ucriana, Nunzia Ciardi (vicedirettore ACN): “Restiamo vigili”

Da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina è stato elevato il livello d’allerta per le nostre infrastrutture strategiche.

“Il livello di attenzione sale ulteriormente durante un conflitto, ma sono ormai diversi anni che il rischio cyber cresce progressivamente perché cresce l’impatto di sofisticazione per penetrare le infrastrutture informatiche”, ha dichiarato in un’intervista Nunzia Ciardi, vicedirettore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. “È evidente che in un momento conflitto il livello di allerta è necessariamente più alto: oggi ogni guerra è per definizione ibrida perché si combatte con attacchi a settori essenziali e le relative infrastrutture strategiche. Noi ci auguriamo che l’aggressione militare russa in Ucraina termini presto, ma ciò non significherà – ha aggiunto – che cesseranno gli attacchi informatici a Paesi come il nostro da parte di entità ostili. Dovremo essere sempre vigili”.

Crescono le spese per la cybersecurity a livello mondiale

La sicurezza informatica è diventata una delle maggiori priorità di investimento nei diversi campi del digitale in Italia, non solo nelle grandi imprese, ma anche nelle aziende più piccole e meno strutturate, così come in ambito istituzionale. Con il protrarsi dell’emergenza sanitaria, si è consolidata la consapevolezza dell’importanza di proteggersi da eventuali minacce informatiche e sempre più realtà hanno adottato nuove tecnologie e rivisto i processi interni per aumentarne la sicurezza. 

Come confermano i dati dell’Osservatorio del PoliMI, il mercato italiano della cybersecurity nel 2021 ha raggiunto il valore di 1,55 miliardi di euro, con un incremento del +13% rispetto al 2020. Un ritmo di crescita record, dettato dalle crescenti minacce digitali. Gli attacchi informatici nel nostro Paese hanno infatti avuto un’escalation senza precedenti: nel 2019 hanno superato il punto di non ritorno, con un incremento del +47,8% rispetto al quinquennio precedente (circa 140 episodi al mese vs. i 94 del 2014-2018) e questo trend negativo è proseguito anche nell’ultimo biennio.

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