Nemmeno una settimana dopo la multa milionaria recapitata a Google dalla Competition Commission of India per pratiche contrarie alla concorrenza su Android, ecco che la CCI torna a bussare alla porta degli amministratori di Mountain View per un'altra sanzione. E il numero convertito in dollari è ancora a nove cifre: sono 9,36 miliardi di rupie, 113 milioni di dollari, per abuso di posizione dominante attraverso il Play Store.
Al termine di una lunga indagine, la Commissione indiana ha bollato come "imposizione ingiusta di condizioni" quella per cui Google richiede agli sviluppatori l'utilizzo del proprio sistema di pagamento per le app pubblicate sul Play Store. La CCI ha imposto a Google di aprire il negozio ai pagamenti esterni entro tre mesi, aggiungendo che non accetterà delle soluzioni di facciata né che finiscano per impedire a coloro che scegliessero di veicolare i pagamenti in altra maniera di promuovere i loro servizi agli utenti.
La Commissione insomma chiede a Google di essere trasparente con gli sviluppatori, di non imporre loro condizioni "ingiuste, irragionevoli, discriminatorie o vessatorie per i servizi offerti". Inoltre, è la richiesta messa nero su bianco dai regolatori indiani, va resa chiara e trasparente la politica sui dati raccolti, affinché Google non possa trasformare in un vantaggio competitivo il possesso dei "dati sulle transazioni dei consumatori" che sono generati dal sistema di pagamento di Google Play.
Non è tanto la sanzione ad essere pesante per gli uomini di Mountain View, quanto le richieste fatte da chi ha il dovere di intervenire su un mercato come quello indiano che vive un boom economico e che potenzialmente dunque può garantire un flusso economico più che notevole. Attraverso Android, Google ha una quota di mercato in India del 95-97%, è una sorta di monopolio. Non a caso l'India per Google è il principale mercato al mondo per numero di utenti.