Google è stata denunciata ieri dal Dipartimento di Giustizia e da otto stati degli USA: l'accusa è di monopolio nel settore degli annunci pubblicitari online. Il colosso di Mountain View, secondo la denuncia, ha usato mezzi illegali per stabilire il proprio dominio, tra cui acquisizioni, sfruttamento della sua posizione dominante per spingere gli inserzionisti a preferire i suoi prodotti al posto di quelli di altri, e penalizzazione nel motore di ricerca dei siti Web che decidono di usare una piattaforma pubblicitaria alternativa.
La denuncia, è doveroso osservare, non cita nessuna persona fisica, solo l'azienda; tra le richieste c'è addirittura la vendita di almeno una parte del portfolio di prodotti e servizi relativi alla pubblicità (nello specifico, viene chiesto di "annullare" le acquisizioni di due società, AdMeld e DoubleClick, che sono avvenute rispettivamente 12 e 15 anni fa). Non è la prima volta che Google viene denunciata in USA con l'accusa di monopolio pubblicitario: lo stato del Texas ci ha provato recentemente, ma il procedimento è stato archiviato l'anno scorso.
Tuttavia, benché tra i due procedimenti giudiziari ci siano diversi punti in comune, quest'ultimo ha alle spalle un'indagine pluriennale da parte del DOJ, il quale è giunto alla conclusione che Google ha instaurato numerosi regimi monopolistici. Tra l'altro, capita estremamente di rado che il DOJ richieda lo smembramento di una grossa compagnia - accadde con IBM negli Anni '70, con AT&T a inizio '80 e con Microsoft a inizio millennio.
Google ha risposto alla denuncia con un post sul suo blog ufficiale The Keyword, firmato dal responsabile della divisione pubblicitaria Dan Taylor. L'argomentazione fondamentale è che quello della pubblicità online è un settore in cui la concorrenza è "enorme", e che il governo non dovrebbe determinare vincitori e vinti in un settore così competitivo. "Siamo una di centinaia di aziende che permettono di piazzare annunci pubblicitari su internet", spiega l'articolo, e la concorrenza non farà che incrementare, secondo molteplici previsioni.
Google cita per esempio Microsoft e la sua acquisizione di Xandr (tramite cui fornisce la pubblicità a Netflix, per esempio), Amazon e la sua crescita più rapida di Google e Meta (si parla sempre nello specifico della divisione pubblicitaria), Apple e le previsioni del raggiungimento di un giro di affari pari a 30 miliardi di dollari entro qualche anno appena. C'è anche un secondo documento, più tecnico, che ribatte specificamente a tutte le accuse della denuncia; si può consultare seguendo il link VIA in fondo all'articolo.