Google deve vendere Chrome o Android: il DOJ vuole smembrare l'azienda

1 month ago 50

La battaglia legale tra il Dipartimento di Giustizia statunitense e Google è tutt'altro che conclusa, anzi sembra riaccendersi con rinnovata intensità. Secondo un documento rivisto presentato venerdì al giudice federale Amit Mehta, il DOJ insiste nel chiedere lo smembramento del colosso di Mountain View, ritenendo che Google debba essere costretta a cedere il suo browser web Chrome e, potenzialmente, anche il sistema operativo Android, a causa della sua posizione monopolistica, così come già stabilito dal giudice Mehta lo scorso anno, stando a quanto riportato dal New York Times.

In questa nuova istanza, il Dipartimento di Giustizia definisce Google un "Golia economico" che, a suo dire, "ha negato agli utenti un valore americano fondamentale: la libertà di scelta nel mercato". Per porre rimedio a questa situazione, il DOJ ribadisce con forza la necessità di una misura drastica: "Google deve cedere il browser Chrome per offrire a un nuovo rivale l'opportunità di gestire una porta d'accesso significativa alla ricerca su internet".

Non solo Chrome, però. Il Dipartimento conferma la raccomandazione che Google modifichi le proprie pratiche commerciali relative ad Android per favorire la concorrenza, oppure che venga ordinata la vendita del sistema operativo. Rispetto alla proposta precedente, il DOJ sembra aver abbandonato l'ipotesi di consentire a Google di vendere Android in alternativa all'implementazione di cambiamenti nelle pratiche commerciali.

L'EFFETTO TRUMP NON SI SENTE

Entrambe le richieste di cessazione di Android e Chrome facevano già parte della proposta originaria del DOJ depositata l'anno scorso. Tuttavia, permaneva un'incognita su quanto fermamente l'amministrazione Trump, pur corteggiata con ingenti somme di denaro e manifestazioni di apprezzamento dalle aziende tecnologiche sin dalla sua elezione, avrebbe mantenuto questa linea dura. Se da un lato il Presidente ha fatto marcia indietro su alcune regolamentazioni tecnologiche introdotte sotto l'amministrazione Biden, come quelle riguardanti la sicurezza dell'intelligenza artificiale e le criptovalute, dall'altro ha più volte lasciato intendere che la minaccia di una regolamentazione può essere uno strumento efficace per ottenere i risultati desiderati.

Nonostante la fermezza su Chrome e Android, la nuova proposta del Dipartimento di Giustizia presenta anche alcune aperture. Il DOJ si dichiara ora favorevole a consentire a Google di continuare a pagare Apple per servizi non legati alla ricerca, inoltre, non chiede più a Google di interrompere i suoi investimenti nell'intelligenza artificiale. Come riporta il Times, il DOJ raccomanda invece di imporre all'azienda di "notificare ai funzionari federali e statali prima di procedere con investimenti nell'AI".

GOOGLE PROVA A MEDIARE

La reazione di Google non si è fatta attendere. Peter Schottenfels, portavoce dell'azienda, ha dichiarato che la proposta aggiornata del DOJ va "molto oltre la decisione del tribunale e danneggerebbe i consumatori, l'economia e la sicurezza nazionale americana".

Parallelamente, Google ha presentato una propria controproposta che, pur non prevedendo la cessione di Chrome, suggerisce al tribunale di imporre restrizioni sulle tipologie di accordi commerciali che l'azienda può stipulare. Tra le misure proposte da Google, vi sarebbe il divieto di obbligare i produttori di smartphone che ottengono in licenza Google Play a preinstallare anche altri software Google, come l'app di ricerca Google o Chrome, ma queste verranno valutate in un'udienza che si terrà il prossimo aprile, un appuntamento cruciale per il futuro di questa complessa vicenda legale e per l'assetto del mercato tecnologico.


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