Pare che anche Google si sia finalmente decisa a interessarsi a tutto il mondo della blockchain e del cosiddetto Web3: stando a quanto riporta Bloomberg, sarebbe in fase di creazione una divisione dedicata. La mail interna che la testata finanziaria dice di aver ottenuto riporta che il capo sarà Shivakumar Venkataraman, veterano degli annunci su Search e in forze alla società da ben vent'anni.
Al momento non è perfettamente chiaro quale sia l'obiettivo della divisione: è comunque piuttosto chiaro che per il momento la dirigenza della società - in particolare l'amministratore delegato Sundar Pichai, noto per il suo carattere piuttosto prudente - si sia finora dimostrata reticente nei confronti delle criptovalute. Per esempio, sono proibite campagne pubblicitarie a riguardo sulla rete pubblicitaria proprietaria AdSense, ed è pressoché impossibile pagare servizi e prodotti Google con criptovalute - altro che comprare una Tesla con i Dogecoin. Per il momento, possiamo dire che l'unica connessione tra blockchain/crypto e Google è che alcune aziende che lavorano in quel settore usano i suoi servizi cloud.
Almeno a giudicare dalle prime informazioni a disposizione, sembra che Google sia interessata più alla tecnologia alle sue fondamenta - la blockchain, appunto, e le sue implicazioni sul computing decentralizzato e le tecnologie di archiviazione dei dati. A questo proposito è interessante osservare che proprio Venkataraman in passato ha pubblicato ricerche e studi sulle tecniche impiegate da Google a riguardo. Al tempo stesso, è opportuno ricordare che proprio in questi giorni sono emersi i piani della società per rivoluzionare in modo profondo la sua divisione fintech, con l'ambizione di rendere Google Pay molto più completo e versatile di quanto non sia mai stato.
La divisione blockchain, secondo la fonte, è relativamente piccola e fa parte della divisione Labs, che si occupa di progetti sperimentali che guardano al lungo termine. È comunque interessante osservare come il colosso, che una volta si distingueva proprio per il suo spirito pionieristico, si sia finora tenuta lontana da un business che fa gola a molti suoi concorrenti diretti - Meta in primis. È d'altronde vero che molti dei progetti più audaci degli anni recenti, come realtà virtuale/aumentata, internet via palloni aerostatici, social network e messaggistica, si sono sostanzialmente risolti in un nulla di fatto, ed è quindi condivisibile la scelta di tirare un pochino i remi in barca e cercare di valutare con più prudenza le prossime imprese.