Google ha deciso di prolungare il supporto software per Pixel 6, Pixel 6 Pro, Pixel 6a, Pixel 7, Pixel 7 Pro, Pixel 7a e per il primo Pixel Fold, garantendo aggiornamenti per altri due anni. Questa scelta, se da un lato farà sicuramente piacere ai possessori di questi smartphone, dall'altro lascia intendere qualcosa di più ampio sul futuro di Android: sia la versione 16 che la 17 potrebbero non introdurre notevoli cambiamenti e funzionalità.
HARDWARE DIVENTA MENO IMPORTANTE
Quando è stato lanciato, il Pixel 6 rappresentava una svolta per Google, grazie all’introduzione del chip Tensor di prima generazione. Tuttavia, con "solo" 8 GB di RAM e una potenza di calcolo non straordinaria, il telefono ha mostrato rapidamente i suoi limiti, soprattutto rispetto ai modelli successivi. La crescita delle funzionalità basate sull’intelligenza artificiale, infatti, richiede hardware più performante, come dimostrato dai successivi Pixel.
Eppure, la promessa di supporto per Android 16 e 17 sul Pixel 6 indica che queste versioni non saranno troppo esigenti dal punto di vista hardware. Il che, indirettamente, seguendo il ragionamento assolutamente condivisibile fatto in un articolo pubblicato su Android Central, conferma che non porteranno con sé innovazioni tecnologiche straordinarie. Un ragionamento simile lo abbiamo probabilmente già fatto quando Google aveva annunciato l'estensione a 7 anni sui Pixel dei "major update". Se su un device lanciato oggi potrò mettere un OS che verrà lanciato tra 7 anni significa che non è previsto un notevole incremento nella richiesta di prestazioni in questo lasso di tempo.
LE FUNZIONI ''ESCLUSIVE'' DI GOOGLE
Molte delle funzionalità più avanzate che vediamo sui Pixel non fanno parte del sistema operativo Android in senso stretto. Sono invece soluzioni proprietarie di Google, rilasciate solo su determinati dispositivi. Questa strategia non è nuova ma sta diventando sempre più evidente man mano che l’intelligenza artificiale si integra maggiormente nei servizi dell’azienda di Mountain View.
Google utilizza spesso i suoi eventi di lancio per promuovere nuove funzionalità legate all’AI, alla fotocamera o all’esperienza utente. Tuttavia, gran parte di queste innovazioni rimane confinata ai modelli Pixel più recenti. Per esempio, Android 16 porterà probabilmente miglioramenti tecnici importanti meno evidenti, come aggiornamenti per la sicurezza o la stabilità del sistema, ma le caratteristiche più accattivanti saranno riservate ai Pixel 10 o successivi.
SCELTA PREVEDIBILE E COMUNE
La politica di Google non è unica nel panorama tecnologico. Altre aziende, come Apple e Samsung, adottano strategie simili per incentivare gli utenti ad acquistare i dispositivi più recenti. Tuttavia, nel caso di Android, l’approccio di Google solleva interrogativi, poiché la piattaforma è spesso percepita come "libera" e accessibile a tutti.
La realtà è che, come ogni azienda a scopo di lucro, Google non condividerà facilmente le sue tecnologie più avanzate con il resto dell’ecosistema Android. Le funzionalità di spicco, soprattutto quelle legate all’intelligenza artificiale, rimarranno quindi esclusive dei suoi prodotti, contribuendo a creare un divario tra Android open-source e l’esperienza premium dei Pixel.
IL VALORE DEL SUPPORTO A LUNGO TERMINE
Nonostante le limitazioni, è significativo che Google riconosca l’importanza del supporto prolungato per i dispositivi basati sui chip Tensor. Controllare l'architettura del processore consente a Google di estendere la vita utile dei dispositivi, una lezione che potrebbe aver appreso osservando aziende come Nvidia, che garantisce supporto ai propri hardware per anni, se non decenni.
L’estensione del supporto per il Pixel 6 è quindi una scelta responsabile e apprezzabile, anche se non elimina il divario tra le vecchie generazioni e i modelli più recenti. Un equilibrio complesso, che continuerà a influenzare la percezione del sistema operativo Android e della linea Pixel nei prossimi anni.