Google verso l'accordo USA da 700 milioni e novità per il Play Store

11 months ago 210

Si è detta delusa, Google, del fatto che il verdetto di settimana scorsa della controversia con Epic "non abbia riconosciuto la scelta e la concorrenza che le nostre piattaforme garantiscono [agli utenti]", scrivono da Mountain View in un post sul blog, preannunciando che la battaglia con Epic "è lontana dalla conclusione". È solo l'introduzione, perché il motivo per cui Google scrive sul blog The Keyword è quello di spiegare in prima persona i dettagli dell'accordo raggiunto a settembre con i procuratori generali americani che sono pubblici da qualche ora.

Google ha dovuto concedere diverse aperture sul Play Store, ma assicura che non ci saranno conseguenze rilevanti in termini di sicurezza dell'ambiente virtuale, di sprone competitivo verso la concorrenza (App Store, chiaramente) o di investimenti nell'ecosistema Android a beneficio sia degli sviluppatori che degli utenti. L'accordo con i 50 procuratori generali degli Stati USA prevede:

  • il pagamento di 700 milioni di dollari
    • 630 dei quali saranno versati in un fondo di compensazione a beneficio degli utenti, secondo un piano approvato dalla Corte
    • 70 dei quali in un fondo a beneficio degli Stati che hanno promosso la causa
  • gli sviluppatori potranno offrire ai clienti americani sistemi di pagamento alternativi a quello del Play Store per gli acquisti in app
  • gli sviluppatori durante il processo di acquisto in app potranno mostrare opzioni più convenienti per la sottoscrizione che passano da canali diversi dal Play Store (es. prezzo con acquisto diretto su sito web)
  • il processo di sideload (installazione di un'app scaricata da fonti diverse, al di fuori del Play Store) che Google consente da tempo sarà semplificato ulteriormente, cercando di mantenere l'equilibrio tra la libertà concessa all'utente di installare ciò che vuole da dove vuole e l'esigenza di renderlo consapevole dei rischi che corre installando le app da fonti potenzialmente dubbie
  • i produttori di smartphone e derivati potranno continuare a precaricare sui dispositivi i loro app store, vedi ad esempio Samsung con il Galaxy Store; "di recente - scrive Google - abbiamo implementato su Android 14 delle novità che permetteranno agli app store di terzi di funzionare ancora meglio e di aggiornare le app in modo più semplice".

ALTRE NOVIT IN BREVE

Quelle sopra, spiegate da Google sul suo blog, non sono le uniche misure previste dall'accordo. Ecco brevemente le altre che emergono dalla lettura integrale del documento:

  • Google consentirà agli sviluppatori di:
    • offrire un sistema di pagamento scelto dall'utente alternativo a quello del Play Store
    • aggiornare le app scaricate da store terzi senza richiedere l'autorizzazione dell'utente (come avviene per il Play Store)
    • utilizzare le sue API per semplificare l'installazione delle app da store terzi
    • continuare a utilizzare le informazioni di contatto dell'utente (previo consenso dello stesso) ottenute in app o al di fuori
  • Google non obbligherà gli sviluppatori a:
    • offrire i prezzi migliori dei servizi a coloro che scelgono di pagare attraverso il sistema del Play Store
    • pubblicare app o giochi contemporaneamente ad altri store e a offrire pari funzionalità
    • mettere esclusivamente Google Play su alcuni dispositivi o a mettere l'app sulla schermata principale
    • chiedere l'autorizzazione a precaricare un app store alternativo.

Le novità entreranno in vigore nel momento in cui la Corte approverà formalmente l'accordo.

Android e Google Play - scrivono a Mountain View offrono opportunità di innovazione e facoltà di avvalersene che altre piattaforme con cui competiamo (iOS sei tu?, ndr) semplicemente non offrono [...]. Siamo lieti di raggiungere un accordo che si basa su queste fondamenta, e non vediamo l'ora di introdurre queste novità che favoriranno l'evoluzione di Android e di Google Play a vantaggio di milioni di sviluppatori e di miliardi di utenti nel mondo.


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