La 500 lire italiana, quella in versione “metallica”, è una moneta che è stata sviluppata a partire dagli anni 50, in un contesto storico che veniva conosciuto come boom economico. L’Italia repubblicana post conflitto ha iniziato a coniare le sue emissioni Caravelle, ovvero una delle più note di tutta la storia della lira italiana.
La Caravelle non è però stata l’unica emissione da 500 lire in argento ma non c’è dubbio sul fatto che sia la più famosa, anche se la versione che ha goduto della massima diffusione è sicuramente la 500 lire bimetallica, moneta che è stata sviluppata nelle ultime decadi del 20° secolo. Questa emissione ha dato modo di rappresentare la prima moneta bimetallica in assoluto mai realizzata in tutto il mondo, costituendo un ruolo da “pioniere” che è servita come “base” per la moneta da 1000 lire metallica e per le successive monete da 1 e 2 euro.
L’emissione realizzata in materiale argento, che è nota come Caravelle, resta con molta probabilità la più interessante per i collezionisti e si tratta di monete coniate dal 1958 al 1967, facilmente riconoscibili per la presenza delle tre caravelle incise su uno dei lati della moneta contornata dalla scritta “REPVBBLICA ITALIANA” e con al di sotto il suo valore nominale.
Sull’altra “faccia” della moneta è invece visibile un profilo femminile che è stato ispirato dalla moglie dell’incisore Pietro Giampaoli e che è stato contornato da 21 stemmi diversi che si riferiscono a 21 città diverse. Quello che ha portato queste emissioni ad essere decisamente più ricercate è rappresentato dalla versione di prova, una versione datata 1957 e riconoscibile per via della presenza delle bandiere sopra le vele delle caravelle rivolte a sinistra invece che a destra.
Tale disegno fu modificato pochissimo tempo prima della produzione di massa, e delle circa 2.200 monete di prova, meno della metà sono ancora esistenti, ad oggi. Il loro valore numismatico ed economico è molto alto, dato che una moneta che presenta le Caravelle controvento o le Caravelle Sbagliate può addirittura assumere un valore di migliaia di euro e si parte, infatti, da una valutazione che supera i 4000 euro per un esemplare che si trova in condizioni buone.
Ma non è finita qui perché se facciamo riferimento ad una moneta che si trova in stato di conservazione Fior di Conio, ovvero senza segno di usura o di utilizzo, si può anche arrivare ad una cifra pari a 12.000 euro se ci riferiamo ad un esemplare in stato Fior di Conio, cioè senza alcun tipo di usura o di imperfezione di vario tipo.