Huawei festeggia il raggiungimento di quota 100 milioni di dispositivi equipaggiati con HarmonyOS 4, l’ultima versione del sistema operativo lanciato ormai qualche anno fa come rimedio al ban imposto dagli Stati Uniti che ha costretto la società ad abbandonare i servizi di Google. La cifra è stata raggiunta appena 87 giorni dopo il lancio del sistema: il conteggio include sia i dispositivi venduti equipaggiati nativamente con la nuova versione sia quelli già presenti sul mercato che hanno effettuato l’aggiornamento. In media, quindi, HarmonyOS 4 è stato scaricato/attivato 1,1 milioni di volte al giorno.
Ormai il colosso cinese di Ren Zhengfei è praticamente presente con i suoi smartphone solo in Cina, in cui i servizi Google per lo più non ci sono mai stati, ma da quelle parti sta riscuotendo un buon successo. Più o meno lo stesso vale per svariate altre classi di dispositivo con HarmonyOS, come per esempio gli smart TV e i tablet.
Al momento dell’annuncio, Huawei aveva rilasciato un elenco molto corposo di dispositivi che avrebbero ricevuto l’update, con niente meno che 69 diversi prodotti. Il processo è ancora in pieno svolgimento, quindi è facile presumere che la cifra sia destinata a crescere in maniera significativa. Tra l’altro, pare che almeno per il momento Huawei si sia concentrata sul mercato domestico - i dispositivi nativi HarmonyOS 3 in circolazione a livello globale, tra cui per esempio gli smartwatch, non hanno ancora ricevuto patch.
HarmonyOS è in circolazione, dicevamo, da diversi anni; ha fatto progressi ed è evoluto molto, ma la totale assenza di supporto per le app e i servizi che tutti conoscono nel resto del mondo continua a rendergli molto difficile imporsi come valida alternativa ad Android o iOS. Peraltro, è importante osservare che di fatto HarmonyOS è Android: come FireOS di Amazon, si basa infatti sul codice open-source sviluppato da Google, senza però tutte le sue personalizzazioni - il Play Store, i Play Service (tra cui per esempio il sistema di gestione e sincronizzazione delle notifiche push), per non parlare di semplici app come Gmail, Chrome e Maps.