Oggi come oggi il mondo va verso l’ibridazione. Di tutti i settori, s’intende: quello delle macchine, quello della musica, quello dell’intrattenimento. Ma cosa significa? La risposta è nel phygital, fortunatissimo neologismo inglese che sta ad indicare la fusione tra il mondo digitale e il mondo fisico.
Insomma, una ibridazione che – si sapeva – si sarebbe resa inevitabile. Era questione di tempo. Ed il tempo è arrivato. Per questo nel phygital stanno investendo sempre più realtà. Questa idea di multicanalità però esiste da tempo e caratterizza alcuni settori pionieri in un certo qual modo. Tra questi non può non essere menzionato il mondo dell’intrattenimento, con particolare attenzione al mondo del gioco online.
Qui più che una ibridazione, si è verificata – ormai da tempo – una sorta di contaminazione tra arti. Non è un caso trovare pellicole trasformate in giochi e serie tv. Ma è anche vero il percorso inverso: giochi trasformati in film e poi serie tv: lo dimostrano – tra le ultime produzioni – titoli come Uncharted e The Last of Us, entrambi dedotti dal mondo del gioco.
Più nello specifico – la fusione più riuscita di tutte è forse quella che mixa, in un’unica soluzione, la musica e il gaming e la tecnologia. Sembra assurdo ma è quel che avvenuto: si pensi a produzioni come Big Easy, simbolo forse di una contaminazione mai così ben riuscita. La componente musicale è ovviamente lo sfondo su cui costruire la trama, il gameplay, le dinamiche di gioco. Viene poi il gioco vero e proprio, che ha i suoi incastri, le sue soluzioni, le sue difficoltà. Il tutto suggellato dalla tecnologia, che rappresenta da questo punto di vista la marcia decisiva per rendere la contaminazione possibile.
Un esempio, ma ce ne sarebbero tanti altri da fare. La tecnologia – spinta in particolare dalle ultime istanze della Rivoluzione Digitale, come Intelligenza Artificiale e Machine Learning – ha reso possibile un connubio che funzionava già da sé. Musica e gioco vanno di pari passo e a ben guardare l’uno è incompleto senza l’altro: un gioco deve saper accattivare e conquistare le attenzioni degli utenti ma senza un sottofondo musicale resta una cartolina vuota. Viceversa, al sound-design si riconosce oggi un’importanza senza precedenti.
In qualsiasi processo creativo, non escluso quello videoludico, la componente audiovisiva incide in maniera decisiva. È in pratica fondamentale e decisiva sulla riuscita stessa del prodotto. Se si guarda alle uscite dell’ultimo ventennio ci si rende conto che in effetti grandi giochi hanno avuto sempre alle spalle grandi colonne sonore. Una contaminazione che oggi è data per assodata e che è destinata ad incidere ancora per molto tempo, sulle produzioni che avverranno nel futuro.