Il mio Wrapped di Apple Music è un disastro (ma non è colpa mia!)

2 weeks ago 115

È quel momento dell'anno in cui tutto il mondo condivide felice il proprio Wrapped di Spotify, ossia la classifica di brani, album e generi più ascoltati.

Io non ho più Spotify: da poco più di un anno sono passato ad Apple Music (e ho raccontato il perché), che ha il Replay, che è sostanzialmente la stessa cosa.

Oggi, curioso come tutti di scoprire le proprie statistiche di ascolto, ho dato un'occhiata al mio Replay. E ho scoperto che i primi due brani più ascoltati del 2024 sono di un cantante che non so neanche chi sia (e non mi piace neppure!).

Ma c'è di meglio: immaginate me, un ex punkettone con le borchie, convintamente agnostico, che mentre ascolta i Sonic Youth un venerdì di dicembre scopre che le sue canzoni più ascoltate del 2024 sono di un cantante che fa musica cristiana.

Niente contro di te Jack, mi sembri anche simpatico, ma come è potuto succedere?

Cos'è successo al mio Apple Music?

Prima che ve lo domandiate: non credo proprio si tratti di un errore, il resto dei dati tornano.

Ma vi pare che ad agosto mi ascolto a ripetizione l'ultimo disco dei Fontaines D.C. e a settembre mi riscopro un fervente cattolico?

Quindi ho due possibili spiegazioni:

  • è un elaborato piano di Dio, per spingere Jack Cassidy (possibile, ma tendo a escluderlo)
  • è colpa dell'algoritmo (bingo!)

Ora, prima di proseguire dovete sapere due cose importanti:

  1. anche la mia compagna usa (indirettamente) il mio account Apple Music, che viene usato di default quando chiediamo ad Alexa di riprodurre qualcosa.
    Le mie statistiche sono quindi necessariamente falsate, o quanto meno influenzate, da ascolti altrui. Ad esempio: a me piace La rappresentante di lista, anche molto, ma se non fosse anche per la mia compagna non sarebbe così in alto nelle mie classifiche.
  2. a metà anno ho preso la deprecabile abitudine di cercare playlist di musica strumentale (senza parole) fatte da terzi da mettere in sottofondo mentre lavoro.

Il mix delle due cose, ma soprattutto il secondo di questi punti, deve avermi fregato.

La "necessità" di ascoltare musica strumentale per non distrarmi mentre scrivo spiega anche perché Koresama sia al primo posto dei miei artisti più ascoltati. Ho ascoltato a ripetizione il suo (splendido!) album di debutto Compass, ma dopo un po' sono passato a cercare playlist di musica strumentale fatte da terzi. Che errore clamoroso.

Quando mettevo musica strumentale in sottofondo, il più delle volte non stavo davvero ascoltando nulla: cercavo solo dei suoni piacevoli che accompagnassero il lavoro, rigorosamente senza parole, per non distrarmi mentre scrivo.

Quello che succedeva è che, terminate le playlist, Apple Music iniziava a riprodurre altri brani

Sistematicamente, capitava che – infastidito dal cantato – dopo un po' di pezzi mi "svegliassi" dalla trance del lavoro per riprendere il controllo sulla musica. In particolare, ricordo questa specifica volta in cui mi sono stupito di avere in sottofondo un testo che parlava dell'urgenza di lodare il Signore.

Quel che immagino, quindi, è che Apple Music mi abbia infilato sistematicamente le canzoni di Jack Cassidy dopo le playlist di musica chill strumentale. Probabilmente l'algoritmo era convinto che mi piacesse.

Ora, non saprei dire perché sia andata così. Può essere che una volta abbia tolto le cuffie e la riproduzione di Cassidy sia continuata per un po' senza che me ne accorgessi, e che quindi l'algoritmo abbia scambiato la mia distrazione per interesse.

Può essere anche che l'algoritmo sia stato influenzato dai gusti musicali di chi ha creato le playlist che ascoltavo, ma quel che è certo è che quest'anno le mie statistiche di ascolto non riflettono i miei gusti (e nemmeno la mia persona).

La morale è: attenti all'algoritmo!

Questa del mio Replay è una piccola storiella irrilevante, che però ci serve da monito per ricordare una cosa importante: fate sempre attenzione all'algortimo.

Fate attenzione a cosa date in pasto, all'algoritmo, e a quello che l'algoritmo sputa fuori.

In questo caso, l'"errore" è stato mio: sono io a non aver badato a cosa passava dal mio Apple Music, sono io ad aver "addestrato male" l'algoritmo, per distrazione.

Ma quel che ho dato in pasto all'algoritmo rimane: per quanto io possa arrabbiarmi o riderci su, da un punto di vista meramente numerico, statistico, io sono quella roba lì.

Se chiedessi a qualcuno (umano o, peggio, intelligenza artificiale) di immaginare chi io possa essere dalla mia top 5 di ascolti del 2024, mi direbbe che sono un fervente cattolico, con una passione per le voci femminili.

E poco importa che non sia davvero così: i dati parlano, i dati non mentono.

Quindi insomma: occhio a quali dati date in pasto all'algoritmo.

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